1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

ZECCHE A TINDARI: NIENTE PAURA, SONO AMICHE DELL'UOMO. BASTA DISBOSCARE E DISINFETTARE

Patti, 11 giugno 2012 - Si è svolta stamane a Palazzo dell'Aquila, sede del Municipio della Città di Patti, una Conferenza di Servizi indetta la primo cittadino, Avv. Giuseppe Mauro Aquino, per discutere della problematica della presenza di zecche nell'area archeologica di Tindari.
All'incontro erano presenti oltre al Sindaco Aquino, il Dott. Umberto Spigo, direttore del Parco Archeologico delle Isole Eolie, di Milazzo e di Tindari, l'Arch. Antonino Ilacqua, dirigente tecnico del Parco Archeologico, la Dott.ssa Molino, dirigente della Riserva Naturale Orientata di Marinello, il Dott. Giuseppe Gacioppo del Servizio Veterinario dell'Asp, sede di Patti, il Dott. Giuseppe Pipitò, Ufficiale Sanitario dell'Asp di Patti, e il Geom. Antonino Lo Iacono, componente dello Staff del Sindaco con delega alle aree archeologiche.
La riunione convocata con urgenza dal Sindaco è servita per fare un punto della situazione e per trovare insieme la soluzione al problema.

Per i Sanitari dell'Asp l'allarmismo che è stato generato è forse eccessivo. Secondo gli esperti, infatti, la possibilità di venire a contatto con dei parassiti, in questo caso del tipo zecche, all'interno dell'area archeologica è nè più e nè meno uguale a quella a cui si può andare incontro raccogliendo finocchietto selvatico ai bordi delle strade di campagna.
Dall'incontro è emerso un dato: le zecche non hanno un nemico naturale così come altri tipi di parassiti, l'unico modo per debellarle è quello di intervenire con la scerbatura e la disinfestazione.

La pulizia dei luoghi, con una scerbatura costante durante le varie stagioni dell'anno, fa si che i parassiti non si vadano a nascondere nell'erba dove poi vanno a covare. Al contempo anche gli animali selvatici, principale mezzo di diffusione delle zecche, sono costretti a cercare altri luoghi dove andarsi a rifugiare, limitando così la diffusione. Alla scerbatura bisogna abbinare anche diversi cicli di disinfestazione.
E proprio per questo aspetto, dal tavolo tecnico è scaturita una richiesta alla Regione di intervenire con azioni di pulizia e disinfestazione programmate e continue. Attualmente tra mille difficoltà di tipo economico gli interveti di scerbatura e di disinfestazione sono stati infatti pagati dal Comune e dal Parco Archeologico.

Intanto già da giovedì prossimo, 14 giugno, verrà effettuato un altro intervento di scerbatura e di disinfestazione dell'area archeologica. A quest'ultima area si aggiungerà anche la cinta muraria che ha inizio dalla cosiddetta Porta a Tenaglia sino alle Mura Ciclopiche.

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