Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

Ignazio Buttitta: moriva 15 anni fa il 'poeta in piazza', la voce umana della Sicilia

La voce la dà la nascita / e non posso dire alla bocca / di non parlare, / agli occhi di non piangere, / al cuore di non sussultare / e alla mente di non cercare la verità / cieca per le strade / che stolida parole false. / Perché questo è il mestiere / di chi nasce poeta / e tira acqua limpida / e lascia la torbida a seccare nel pozzo.


Palermo, 19/09/2012 – Oggi avrebbe compiuto 113 anni il grande poeta popolare Ignazio Buttitta, morto a Bagheria il 5 aprile 1997. Ignazio Buttitta, gemello sfortunato, allattato da una balia munta e stramunta che di latte non riuscì mai a saziarlo, in quel quartiere di Bagheria che, per ironia della sorte, prese il nome di Cucina Economica, dove il grande poeta popolare nacque il 19 settembre 1899, in via Paternò.
Dieci anni dopo, nel quartiere Verdone, nasceva Renato Guttuso, divenuto 'compare' e amico di Ignazio Buttitta, emigrante partito di notte con la valigia piena di niente e tornato con "le valigie piene di tele da distendere al sole".
Ma non di solo latte quella balia non riuscì a saziare questo poeta che ha bisogno, come il respiro, di entrare nelle case degli uomini, per giocare coi bambini, per allattare i neonati, cantargli il sonno, fare aquiloni, pupi di carta, disegnare e dipingere (con le sue mani) uomini-alberi, uomini-mare, uomini-miniera, e una finestra spalancata all'alba a mostrarci il sole.
“La poesia ha il tempo lungo e le braccia reti. Il pennello ha la canna corta e l'occhio d'assassino, ma spara senza spargere sangue”, come scrisse Ignazio Buttitta in una dedica a Bruno Caruso. Una delle innumerevoli dediche scritte in piazza sui suoi stessi libri, che Buttitta amava ornare con capricciosi ghirigori, aggiunti compulsivamente alla fine come un rigurgito di estro e bizzarria, “come un di più, per amore dell'arte”, scriveva Luigi Pirandello ne L'Uomo dal fiore in bocca.

Come può – del resto – un matto e un poeta che crede negli uomini-alberi, anzi un poeta che non è più poeta e odia l'usignolo e le cicale, come può Ignazio capacitarsi di non essere nato pittore (se la voce la dà la nascita), per potere lasciare altre orme e raccontare a colori la mezzaluna che splende dentro il bianco dell'occhio del bue; per cogliere con gli occhi le calature dei visi e la palese innocenza, o il sole che fa luccicare le crepe dei muri delle case basse di Bagheria e le teste dei mostri antropomorfi di Villa Palagonia, dove Aurora, figlia del poeta e medico psichiatra, andava ad arrampicarsi sugli alberi.
"A due passi dal Corso Umberto primo, dov'era un tempo il nostro negozio di generi alimentari, quando il latte te lo portavano a casa, lo mungevano sotto i tuoi occhi, e le capre andavano liberamente per strada, come le vacche e il toro e i carrettini della frutta. Al tramonto – racconta Aurora – un mare di sole allagava la via. Nei giorni di festa c'era il passeggio e le donne per strada con abiti terribili. Ora siamo tutti ben vestiti, con gli abiti tutti uguali." Aurora, la figlia di Malfitano, come a Bagheria era inteso il poeta Ignazio Buttitta, per via del suocero, cui realmente apparteneva il nomignolo.

Ignazio Buttitta avrebbe compiuto 113 anni oggi, 19 settembre 2012. Ne aveva 20 quando capeggiò una sommossa popolare contro l'imposizione dei dazi comunali e il cosiddetto 'Comune chiuso'. Tutte le garitte daziarie di Bagheria e dintorni furono incendiate in un solo giorno di violenze, da diecimila contadini. Anche questa fu la vita a Bagheria. In quella occasione Buttitta, appena ventenne, conobbe Renato Guttuso, che aveva solo 10 anni e già diceva alla Sicilia “ti ho sciolta nel fuoco / ti ho dipinta col fuoco / per nascere e crescere / per non essere isola di pena / terra disprezzata / paradiso morto”.
Nel 1943 il poeta lasciò in fretta Bagheria per stabilirsi a Codogno, dove acquistò una casa e vi sistemò la famiglia: la moglie Angelina e i figli Flora, Aurora e Nino. L'altro figlio, Pietro, rimase col fratello del poeta, Turiddu, che aveva detto: “Io Pietro me lo tengo qua, qualunque cosa avvenga".
La casa di Codogno era grande e aveva il giardino. Nella soffitta di casa Buttitta, sul pavimento, c'era la sabbia di mare: “L'aveva portata mio padre, per non sentire il distacco da Bagheria”, racconta la figlia Aurora.

Tornato in Sicilia Ignazio Buttitta trovò i suoi magazzini saccheggiati e i suoi ex lavoranti arricchiti. Si riparte da zero, senza una lira: spesso i poeti ripartono da zero. Nel 1955 fece costruire la sua bella villa di Aspra, località marina di Bagheria, per vivere come un patriarca, in quella casa di fronte al mare di Palermo, che fu luogo d'incontro di uomini provenienti da ogni parte del mondo.
Non erano più i tempi di Corso Umberto e della passeggiata domenicale in corso Butera, quando il poeta era intento a scrivere il Lamento per la morte di Turiddu Carnevale. La notte il poeta al piano di sopra componeva.
"Ogni tanto smetteva di scrivere e veniva giù in canottiera e con un cappello di paglia a larghe tese. Dopodiché, – racconta la figlia Aurora – non contento di queste stranezze, con la finestra spalancata declamava i suoi endecasillabi, a voce alta, scandendone il ritmo con un bastone che batteva sul pavimento. A chi chiedeva se don Ignazio fosse uscito pazzo, la mamma rispondeva che don Ignazio stava solo componendo le sue poesie. L'accompagnamento col bastone rimase abituale, per cui si dormiva di giorno e si lavorava di notte. Questa è la vita del poeta!".
Sul terrazzo di casa Buttitta le rose rosse intrecciavano il loro colore con i gerani e con i colori del crepuscolo, in certe giornate di primavera ch'erano un regalo della natura e un omaggio all'arte e alla poesia. Il poeta, le gambe divaricate ed erette, come un paladino, distese le lunghe braccia e le agitò incrociandole, incontro alla città, in un saluto che tutti comprende e nessuno esclude, grande quanto la città che ama (riamato) questo grande poeta.
Poi mi guardò severo, compiva 90 anni... Afferrò le inferriate della ringhiera e si produsse in una performance ginnica di piegamenti, incredibile e commovente. “Scrivilo... Questi luoghi, i miei luoghi, sono come un cielo aperto. Scrivilo. E il mio cuore è come uscito dal mare, più grande del mare, che dice alla Sicilia: qui sono, quello che m'hai dato ti do."

Perché sono uomo e uno di loro / con la carne sulle ossa / e il tempo che passa / e lascia orme da leggere. (…)  / Un matto e un poeta / che crede gli uomini alberi / e se stesso marinaio e pescatore / con la rete a strascico; / che crede gli uomini miniera , / miniera d’oro fino, / e se stesso minatore con pala e piccone / che scava oro a palate. (…) / Un matto e un poeta / che quello che raccoglie e pesca / e quello che pesca e scava / lo dà agli altri ; / e a lui tocca il sudore, / le lacrime, / e quasi sempre la gioia / mescolata al dolore.

Mimmo Mòllica

….........
L'articolo di Mimmo Mollica è stato pubblicato in altra versione col titolo “Novant'anni fa dalla Cucina Economia... la Bagheria di Ignazio Buttitta su L'Unità, supplemento “Sicilia davvero mondiale (1989 ), a cura di Rossella Dallò. 
Foto: collezione privata M. Mòllica - Testo e foto diritti riservati © 1989 - 2012

Commenti