Maghi, medium, veggenti e guaritori: Rapporto 2024, in Sicilia 1.500 maghi e 100.000 clienti per una spesa di 60 milioni

Osservatorio Antiplagio, pubblicato il Report sui Maghi 2024. Venerdì 17 maggio, a 30 anni dalla sua fondazione, Osservatorio Antiplagio ha pubblicato il nuovo Rapporto 2024 "Magia, pseudoscienze, intelligenza artificiale ed altre dipendenze". Questi i dati del Rapporto, pubblicato anche nella pagina antiplagio.org/rapporto24.htm. Segnalazioni pervenute ad Osservatorio Antiplagio in 30 anni (da maggio 1994 a maggio 2024): 28.000. Roma, 17 maggio 2024 - NUMERO DI MAGHI - VEGGENTI, MEDIUM E GUARITORI - IN ITALIA (PER REGIONE) E SPESE ANNUE PER I CONSULTI IN STUDIO: 10% del totale (il 90% dei consulti avviene online o al telefono) 1) LOMBARDIA: Numero maghi 2.500 - Clienti 180.000 - Spesa: 90 milioni 2) CAMPANIA: Numero maghi 2.200 - Clienti 150.000 - Spesa 80 milioni 3) LAZIO: Numero maghi 2.000 - Clienti 140.000 - Spesa 75 milioni 4) SICILIA: Numero maghi 1.500 - Clienti 100.000 - Spesa 60 milioni 5) PIEMONTE: Numero maghi 1.200 - Clienti 85.000 - Spesa 50 milioni 6) PUGLIA

SAN DOMENICO NELL’IMPEGNO DEI LAICI DOMENICANI E DEI GIOVANI DALLA XXVIII GMG DI RIO DE JANEIRO

Il Carisma del Santo Padre Domenico nell’impegno dei laici domenicani e dei giovani dalla XXVIII GMG di Rio de Janeiro in Brasile dal 23 al 28 Luglio 2013. L’Ordine dei Predicatori, fondato da San Domenico, fu istituito specificamente fin dal principio per la predicazione e la salvezza delle anime.
Il disegno, aderente allo spirito e alla missione dell’Ordine dei Predicatori, non potrà non avere come chiave di volta il cardine stesso della Famiglia Domenicana: l’Evangelizzazione come impresa comune. Il Domenicanesimo oggi alla vigilia del Grande Giubileo di fondazione dell’Ordine dei Frati Predicatori nel 2016, nella piena fedeltà al Vangelo. Ecco i gesti autenticamente Domenicani che, grazie alla politica dei piccoli passi, combattono le mille sfaccettature dell’eresia nella storia dell’umanità. L’attualità e l’urgenza del carisma domenicano, benedetto da Maria Santissima, per l’annuncio della Verità del Vangelo nella società e per la salvezza della fede cristiana. Stop ai miti, alle leggende ed alle favole che nulla hanno a che spartire con l’autentica Fede cristiana. Stop al formalismo pietistico, all’intimismo egocentrico che potrebbe essere la traduzione religiosa del solipsismo e del narcisismo. La buona teologia – vera¬mente teocentrica – salva da queste forme di patologia spirituale. Che il tempo di pace concesso da DIO all’Umanità sia propizio per riscoprire il Domenicanesimo e la bellezza della Chiesa nei suoi Santi in Cristo. I carismi e i valori della Milizia di Gesù Cristo voluta dalla Madonna. Il Carisma del Terz’Ordine Domenicano. Settecentonovantasette anni dopo l’atto pontificio di Onorio III del 1216, la Costituzione fondamentale dell’Ordine ribadisce la stessa idea in conformità anche alle Costituzioni primitive. Insieme a Papa Francesco ed al Papa emerito Benedetto XVI, tutti, non solo i giovani, ascoltino la voce del proprio cuore per dire al padrone della messe:“Eccomi Signore! Manda me”.

(di Nicola Facciolini)

24/06/2013 - “Andate e fate discepoli tutti i popoli!”(Mt 28,19). I laici domenicani d’Abruzzo sono consapevoli dell’urgenza e dell’attualità della carisma di San Domenico per la predicazione della Verità e l’annuncio del Vangelo nella società, rivestiti della “grazia” concessa da Maria Santissima all’Ordine dei Predicatori. La Famiglia Domenicana si compone di frati, chierici, cooperatori, monache, suore, fraternite sacerdotali e laicali, e membri di Istituti secolari (cf. LCO I,9). Le Fraternite Laicali Domenicane d’Abruzzo, riunite Lunedì 17 Giugno 2013 per gli esercizi spirituali e la santa messa celebrata nella cappella dell’oasi comunitaria Casa Maria Immacolata di Giulianova (www.casamariaimmacolata.net/) da Padre Andrea Perrotti OP, sono altresì coscienti dell’urgente necessità di una sincera riscoperta e trasmissione ai giovani del carisma domenicano nel XXI Secolo, in ogni ambito della vita sociale: nella fede, nella famiglia naturale, nella cultura, nella politica, nell’economia, negli affari, nello sport, nella ricerca scientifica e tecnologica al servizio della Verità e dell’Uomo. In primis, occorre porre al primo posto il Vangelo di Cristo.

La vera sfida per il Domenicanesimo, alla vigilia del Grande Giubileo di fondazione dell’Ordine dei Frati Predicatori nel 2016, è la Fede, ossia la riscoperta dei gesti autenticamente Domenicani per esorcizzare e combattere eroicamente le mille sfaccettature dell’eresia nella storia e nella fede. L’attualità e l’urgenza del carisma domenicano (Ordine “benedetto e prediletto” da Maria Santissima) per l’annuncio della Verità nella società e per l’autentico rinnovamento cristiano sulle orme del Santo Padre Domenico, passa necessariamente per la vita, la storia e la responsabilità di ogni domenicano. Ma senza la Speranza e la Carità, tutto sarebbe vano. I fondamenti della Speranza cristiana (cf. Catechismo Chiesa Cattolica, nn. 64, 162, 274, 673-74, 1042-50, 1405, 1681, 1717, 1813, 1817-21, 1843, 2086, 2090-92, 2657, 2785 e Lettera Enciclica “Spe Salvi” di Benedetto XVI) hanno un senso logico in attesa del compimento delle Promesse di Dio nella Storia, dal passato al futuro. “Nelle Sacre Scritture si chiede di avere fiducia in Dio e nella Sua fedeltà – rivela P. Andrea Perrotti OP – cioè di avere fede in Dio nel tempo: la speranza è legata alla promessa, alla fede ed alla carità.

Le cose che si sperano, si amano, fedeli nell’attesa. Nella Bibbia c’è tutta la speranza per il futuro che è Cristo Signore, Dio che si è fatto carne per abitare in mezzo a noi per sempre. La promessa antica di incarnarsi, Dio non l’ha lasciata mai senza speranza, fin da Abramo. E si realizza in Isacco e nella sua discendenza. Dio dà e toglie: questo richiede una speranza perfetta. Dio provvede sempre, soprattutto nella prova che è il dono più grande della fede per alimentare una speranza migliore”. Significativo è il dialogo tra il padre Abramo e il figlio Isacco. “Dio diventa Speranza di Israele, del Suo popolo e delle Nazioni della Terra”. Ma il peccato di Israele è oggi quello del mondo: la mondanità e i valori avariati, nella contaminazione con i falsi idoli e le ricchezze.

“Nel passato di Israele il futuro si risveglia nei Profeti, un “resto” sarà salvato – osserva P. Perrotti OP – con un Nuovo Inizio. Molti si perdono nella deportazione. Dio promette un futuro pieno di speranza. Dio è più grande della nostra caduta e dei nostri peccati. Lui solo ci può rinnovare perché Dio perdona sempre chi si pente. La Speranza è Dio stesso. L’attesa dei beni messianici rende feconda la speranza nella carità. Israele sarà saziato, ricolmato di Benedizioni da Gesù, per un Nuovo Ordine Mondiale nella Pace”. Tutti noi credenti siamo oggi Israele, il Popolo eletto di Dio. “Al centro del nostro futuro – spiega P. Andrea Perrotti OP – c’è Cristo. Israele sarà ripieno della conoscenza del Signore perché Dio avrà rinnovato i cuori di tutti i credenti. Le Nazioni si convertiranno. È il “già e non ancora” che si realizza ora nella storia. Tutti noi siamo in viaggio verso il Culto perfetto a Dio che si compirà nel futuro.

La fedeltà nella venuta di Dio, è certamente personale nel Cristianesimo e Israele nutre una speranza collettiva, di popolo. Ma le Beatitudini di Gesù sono per tutti perché la ricompensa dopo la morte è la Vita Eterna”. La testimonianza della madre dei Maccabei è esemplare. “La speranza di Israele è Gesù, il Regno di Dio tra noi è già qui. Si compie nella fede. Ecco il “già”. Ma anche sulla Terra del futuro. Ecco il “non ancora”. Il Vangelo è la Nuova Legge dell’Amore e il Regno di Dio è per gli invitati. Chi si esclude da sé, magari perché si sente un privilegiato non impegnato, è già condannato. Ecco allora l’urgenza di aprire a tutte le Nazioni il Regno di Dio”. Chiesa significa “Chiamare”. E ci sono molti che non hanno capito la Chiamata al Banchetto di Dio. “Tutte le Nazioni sono chiamate, soprattutto i non cristiani. La Chiesa è invitata a predicare il Vangelo per accogliere, non giudicare, tutti in Gesù Cristo, cioè per far parte tutti del Popolo di Dio”. È la preghiera che facciamo in ogni Santa Messa, “finché Egli venga”, cioè “in attesa della Tua venuta”. L’affare urgente, quindi, è proclamare a tutti la Risurrezione di Cristo, perché si abbrevino i tempi del Suo ritorno sulla Terra. “Bisogna sempre essere pronti, vigili, non oziosi, per essere giudicati Eletti – osserva P. Andrea Perrotti OP – con una pazienza incrollabile nelle prove della vita”. Abbiamo un Modello esemplare da seguire: l’ebrea Maria Santissima, la Madre di Gesù. La Sua speranza fu immensa come la Sua fede e la Sua carità. La Speranza cristiana è molto più potente di quella di Superman, il supereroe della DC Comics immortalato nel kolossal cinematografico del regista americano Zack Snyder. Anche la “S” di Superman significa speranza nella salvezza del mondo dalle forze del Male. Ma la Speranza dei cristiani si fonda su Gesù e suscita la carità fraterna per partecipare tutti alla Sua natura divina (http://nicolafacciolini.blogspot.it/2013/06/il-buco-nero-gigante-pieno-di-polvere.html).

“I beni terreni al confronto oggi sono nulla – fa notare P. Andrea Perrotti OP – rispetto a quello che ci attende in futuro anche qui sulla Terra e nella Vita Eterna in Dio. È la Dottrina della Speranza secondo San Paolo Apostolo: bisogna sperare sempre contro ogni speranza, come Abramo, fedeli fino in fondo alle promesse che Dio ha sempre mantenuto”. Allora la Sua Gloria è già qui, attuale e compiuta (“Tutto è compiuto”) anche se ancora invisibile all’occhio umano. “Che lo Spirito Santo che alimenta questa Speranza, ci aiuti a compierla nella nostra vita: le opere di Gesù, il Maestro, sono eterne, valgono per sempre, anche se sono velate nel tempo e nello spazio. La Magnificenza di Dio è insostenibile per l’Uomo, ma conoscerLo nelle Sue opere significa già fare Unione e Comunione con Lui e con i nostri fratelli”. La Famiglia Domenicana è un’espressione di conio che risponde ai segni dei tempi nel mondo. Il Vaticano II e il movimento che ne è seguito, hanno richiesto che ai Laici ed alle Donne venga affidata, nella Chiesa, quella vera responsabilità che loro compete. Per noi, realizzare la Famiglia Domenicana significa creare attorno alla figura di San Domenico un’attiva e fraterna collaborazione tra confratelli e consorelle, religiosi e laici. La fedeltà ai segni dei tempi è presente, come in germe, nello stesso Progetto di San Domenico. La sua predicazione riunì, inizialmente, una comunità di donne, poi delle comunità di frati, chierici e laici, e di suore. La Parola vi veniva annunciata nella sua verità, meditata e celebrata con fervore. Sulla testimonianza evangelica che da lì scaturiva, si appoggiò la predicazione missionaria di Domenico e la sua diffusione apostolica. Oggi tutta la Famiglia Domenicana partecipa attivamente del Carisma di Domenico, dell’amore alla Parola di Dio ascoltata nella sua radicalità. Parola di salvezza per tutti gli uomini: “Dio mio, misericordia mia, che ne sarà dei poveri peccatori” – afferma San Domenico.

Commenti