Nella ricorrenza del 165° anniversario dell’evento, l’ F.N.S. “Sicilia Indipendente” ricorda che il 10 luglio del 1848, lo stato indipendente e sovrano di Sicilia emanò la “Costituzione” più moderna e democratica dell’europa del XIX secolo
Palermo, 09/07/2013 - Con uno specifico “ATTIVO”, svoltosi, questa mattina, a Palermo nei locali di via Brunetto Latini, 26 e coordinato dal Presidente del Partito Professor Corrado Mirto, gli Indipendentisti di lu Frunti
Nazziunali Sicilianu hanno commemorato la ricorrenza del 165° anniversario dello statuto costituzionale del regno di Sicilia emanato dal parlamento siciliano a Palermo, in data 10 luglio 1848. fu quella, la vittoria più fulgida del “nazionalismo” siciliano progressista, capace di guardare all’Europa, al Mediterraneo e al mondo. Ed anche ad una ipotesi di “confederazione” di stati italiani, nella quale la Sicilia si sarebbe potuta inserire (sempre che avesse avuto idonee garanzie) come stato indipendente e sovrano.
La sovranità dello “stato siciliano” era stata, com’è noto, riconquistata grazie alla grande rivoluzione indipendentista iniziata il 12 gennaio del 1948. Per la cronaca: la rivoluzione siciliana fu la prima delle tante rivoluzioni che esplosero in EUROPA nell’anno 1848.
AL RIGUARDO VA PRECISATO CHE LO “STATUTO COSTITUZIONALE SICILIANO” ERA, IN QUEL MOMENTO, E LO SAREBBE STATO, PER MOLTI DECENNI ANCORA, - (anche dopo la “caduta” del Governo e dello Stato Siciliano presieduti da RUGGERO SETTIMO), - LA COSTITUZIONE PIÙ MODERNA E PIÙ DEMOCRATICA D’EUROPA.
Di gran lunga più moderna anche dello STATUTO ALBERTINO emanato a Torino, pure nel 1848. Statuto, quello SABAUDO, che continuava a riservare al Re alcune facoltà legislative che sarebbero state proprie del Parlamento.
Mentre, in Sicilia, il potere legislativo del Parlamento era nettamente separato dal potere esecutivo del Re. Ed aveva la preminenza.
La COSTITUZIONE SICILIANA, inoltre, non era, né voleva essere, unitaria o annessionista. Ed escludeva esplicitamente che ciò, in futuro, potesse avvenire. Si ipotizzavano soltanto eventuali CONFEDERAZIONI – con pari dignitଠ– fra gli Stati italiani,a loro volta indipendenti.
Per essere più chiari riportiamo di seguito l’art. 2 della Costituzione Siciliana che così si esprimeva:
« - La Sicilia sarà sempre Stato indipendente.
Il Re dei Siciliani non potrà regnare o governare su verun altro paese. Ciò avvenendo sarà decaduto ipso facto.
La sola accettazione di un altro principato o governo lo farà anche incorrere ipso facto nella decadenza.»
All’Art. 3, la stessa Costituzione ribadiva un “concetto base” della democrazia e cioè
« - La sovranità risiede nella universalità dei cittadini Siciliani: niuna classe, niun individuo può attribuirsene l’esercizio.
I poteri dello Stato sono delegati e distinti secondo il presente Statuto.»
La “ricorrenza”, odierna, per l’ FNS “Sicilia Indipendente”, è l’occasione per rivendicare ancora una volta due dei tanti diritti fondamentali del Popolo Siciliano tuttora “NEGATI”.
Ci riferiamo al diritto alla verità e al diritto al recupero della “MEMORIA STORICA”.
Nell’uno e nell’altro caso troveremmo anche la chiave di lettura e le ragioni della “SPECIALITÀ” dell’AUTONOMIA SICILIANA e del relativo Statuto.
E scopriremmo la gravità e le conseguenze “politico-costituzionali” dell’avvenuto tradimento unilaterale del “PACTUM”, dal quale era scaturito, a suo tempo, lo Statuto stesso, emanato, - com’è noto, - con il Decreto Legislativo del 15 maggio del 1945, che fu sottoscritto dal Re d’Italia Umberto II e da tutti i componenti del Governo Italiano dell’epoca, nonché dai Presidente Onorari della Camera e del Senato.
Per il momento non aggiungiamo altro.
Il Segretario Politico
(Giuseppe SCIANÒ)
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