Lampedusa aspetta il Papa. Calice e pastorale di Francesco realizzati col legno delle barche dei migranti. La testimonianza di Awas, partito dalla Somalia e approdato proprio a Lampedusa nel 2008
Città del vaticano, 07/07/2013 - C’è attesa a Lampedusa per la prima visita di un Papa, lunedì prossimo. Francesco abbraccerà il dramma sostenuto dai migranti e incoraggerà tutto il mondo alla carità.
Sull’isola si stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli ed ultimando il palco presso lo stadio dove si terrà la Santa Messa. Sarà un rito sobrio, informa la Sala Stampa vaticana, il Papa userà un calice in legno e un pastorale, messo a disposizione della Parrocchia di San Gerlando, realizzati con i pezzi di legno ricavati dalle barche dei migranti approdati sull’isola. Tanta l’emozione dei migranti, nei loro occhi il dramma del loro viaggio.
Sul sito
Radio Vaticana la testimonianza di Awas, partito dalla Somalia e approdato proprio a Lampedusa nel 2008:
R. – Sono partito dalla Somalia e sono arrivato a Lampedusa. E’ stato un viaggio lungo, in cui ho rischiato la vita, ma alla fine ce l’ho fatta.
D. – Mi puoi descrivere, come si è svolto il viaggio?
R. – Non conoscevo la strada, quindi ho pagato i trafficanti, quelli che dovrebbero aiutarti e dirti come arrivare, ma che spesso, però, non ti danno le giuste informazioni. Mi hanno portato in Libia dal Sudan. Tra il Sudan e la Libia, però, c’è un deserto e lì ho rischiato la vita.
D. – Quanto sei rimasto in quella fascia di deserto?
R. – 24 giorni. Ci hanno dato da bere ed anche da mangiare per quattro giorni, dicendoci che saremmo arrivati in Libia in quattro giorni. Ma non è stato così: è finito tutto dopo 24 giorni.
D. – Tutti sono sopravvissuti?
R. – No, no... Eravamo undici ragazzi somali e nove sono morti. Siamo rimasti in due! Eravamo 150 persone di Paesi diversi. La maggior parte di loro è morta.
D. – Poi siete partiti dalle coste della Libia verso Lampedusa?
R. – La barca era a Tripoli. Si trattava di una barca di circa 4 metri per 45 persone: bambini, donne, anziani...
D. – Il viaggio è stato difficile anche nella barca o è stato più semplice?
R. – Grazie a Dio è stato facile, ma non sapevamo che lo fosse. I trafficanti che abbiamo pagato ci hanno detto di guidare noi la barca.
D. – Senza sapere come si faceva?
R. – Senza sapere come arrivare a Lampedusa e dove fosse Lampedusa. Essendo sera, ci hanno detto: “Dovete guardare quella stella”. Abbiamo chiesto quanto sarebbe durato il nostro viaggio e ci hanno risposto: “Venti, ventidue ore”. “Ma in ventidue ore non è sempre sera, c’è il giorno, e la stella non rimane lì per noi!” E loro: “Dovete andare sempre dritti per Lampedusa”. E noi ci siamo chiesti: “Siamo pronti a morire o a sopravvivere?”
D. – Perché l’Italia?
R. – Perché credevamo che l’Italia rispettasse i diritti umani, i diritti di asilo, anche di asilo politico.
D. – E’ stato così?
(...)
leggi tutto dal sito Radio Vaticana
VISITA A LAMPEDUSA (8 luglio 2013)
PROGRAMMA
Lunedì 8 luglio 2013
Roma
7.20 Partenza in auto dalla Domus Sanctae Marthae
8.00 Partenza in aereo dall’aeroporto di Ciampino
Lampedusa
9.15
Atterraggio all’aeroporto di Lampedusa.
In auto, il Santo Padre arriva a Cala Pisana, dove si imbarca per
raggiungere via mare il Porto di Lampedusa.
Il Papa viene accompagnato in barca dai pescatori. Al largo, il Santo Padre lancia in mare una corona di fiori, in ricordo di quanti hanno perso la vita nelle traversate.
9.30 Nel Porto a Punta Favarolo, il Papa saluta al passaggio con la barca un gruppo di immigrati che sono in attesa sul Molo
10.00 Celebrazione della Santa Messa nel campo sportivo "Arena" Omelia del Santo Padre
10.45 Partenza dall’aeroporto di Lampedusa
Roma
13.45 Atterraggio all’aeroporto di Ciampino e rientro in Vaticano
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