Deposito scorie nucleari a Trapani e Calatafimi Segesta: l’ARS dice NO, rispettata la volontà popolare

Deposito scorie nucleari: l’ARS dice NO. Ciminnisi: «Rispettata la volontà popolare. Incredibile il silenzio del Governo Regionale». A pprovata la mozione presentata dal M5S e illustrata in aula dalla deputata Cristina Ciminnisi, contro l’ipotesi di realizzazione del deposito nazionale di scorie nucleari in una delle due aree individuate nei comuni di Trapani e Calatafimi Segesta. Il Governo non s’è pronunciato e non è intervenuto in aula.  Trapani, 14 maggio 2024 – L’ARS ha approvato questo pomeriggio la mozione, presentata dal M5S e illustrata in aula dalla deputata trapanese Cristina Ciminnisi, prima firmataria, contro l’ipotesi di realizzazione del deposito nazionale di scorie nucleari in una delle due aree individuate nei comuni di Trapani e Calatafimi Segesta. Il Governo non s’è pronunciato e non è intervenuto in aula. Contro la mozione ha votato il deputato di FdI Giuseppe Bica. «Il voto rende giustizia e dignità ai nostri territori e a tutta l’Isola – afferma Ciminnisi –. Il NO

SPESA FARMACEUTICA: IPERPRESCRIZIONI, PARAMETRI FISSATI DALL’AIFA

CATANIA, 01/08/2013 - – «Attualmente la spesa farmaceutica è di 7 punti superiore alla media nazionale – spiega il Commissario Straordinario Gaetano Sirna - un dato che peraltro non è supportato da un quadro epidemiologico tale da poter giustificare l’eccessivo consumo.
Per allineare questi dati alla media nazionale abbiamo già messo in campo diverse azioni, basti pensare all’accordo siglato con le case di cura per la somministrazione dei farmaci per il primo ciclo di terapia, che consente ai pazienti della provincia di Catania di essere dimessi dal ricovero con il kit sanitario utile per i primi 30 giorni di cura. Inoltre, abbiamo inviato una lettera a tutti i medici di medicina generale fissando degli obiettivi relativi alle spesa pro capite die per alcune categorie di farmaci, in linea con il programma fissato da questa Asp di diminuire di 13 milioni la spesa farmaceutica. In questa prima fase, inoltre, monitorando la prescrizione di tre categorie di farmaci - inibitori di pompa, statine e antidiabetici – per l’anno 2012, abbiamo riscontrato alcune anomalie relative al fenomeno dell’iperprescrizione, che non sono comprovate peraltro da una diminuzione dei ricoveri ospedalieri. Per questo – continua Sirna - abbiamo inviato una nota di recupero del danno economico arrecato al sistema sanitario regionale, con un grado di tolleranza di 5 confezioni rispetto a quanto stabilito dall’Aifa».


«È la stessa Agenzia italiana del farmaco – continua Sirna - a stabilire che, qualora il medico di base - che ha scelto del tutto liberamente di esercitare l’attività professionale in regime convenzionale con il servizio sanitario nazionale – prescriva, utilizzando il ricettario pubblico, una terapia farmacologica che per dosi, tempi, modalità di somministrazione non possa essere – secondo i parametri stabiliti - addebitata al servizio sanitario, pone in essere un comportamento connotato da inescusabile negligenza, tenuto conto anche della circostanza che il danno che ne deriva è agevolmente prevedibile e prevenibile: una posizione, quest’ultima, che è stata più volte ribadita dalla Corte dei Conti. Tutti ricorderanno, inoltre, un recente caso di cronaca che ha visto un medico catanese prescrivere 700 fiale di antibiotico alla moglie: non possiamo più accettare che casi così eclatanti si verifichino ancora – conclude Sirna - riteniamo inoltre opportuno educare all’utilizzo dei farmaci e soprattutto tutelare i pazienti da un uso inappropriato o un abuso, come nei casi riscontrati. Riteniamo pertanto ingiustificata la polemica del Codacons, in quanto i medici di base potranno, lì dove l’iperprescrizione non abbia superato la soglia tollerata, difendere la propria posizione».

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