Ponte sullo Stretto: "Opera faraonica dal sapore coloniale"

Ponte sullo Stretto, Leoluca Orlando, candidato alle Europee per Alleanza Verdi Sinistra, a 24 Mattino su Radio 24: Opera faraonica dal sapore coloniale  14/05/2024 - “14 miliardi per realizzare un'opera che tecnicamente non è realizzabile, che massacra l'ambiente non soltanto quello geografico ma anche quello umano con intere deportazione di migliaia di famiglie. Un’opera che insiste per una parte, quella calabrese, sulla falda sismica essendo la zona di Messina esposta ai terremoti. 14 miliardi per un'opera faraonica che sembra un'opera coloniale. Alla Calabria e alla Sicilia si dà una grandissima opera che non si riuscirà mai a realizzare e che impegna 14 miliardi dei quali se ne spenderanno due o tre miliardi soltanto per pagare qualche progettista scelto probabilmente da qualche politico compiacente. Immaginiamo 14 miliardi collocati nel clima del porto di Genova!  È ammissibile che si attrae l'attenzione su quest'opera faraonica dal sapore coloniale e poi

TINDARI FESTIVAL: STREPITOSO SUCCESSO DI PUBBLICO PER GIOCASTA CON CATERINA VERTOVA E MARCO CONTI GALLENTI

Strepitoso successo di pubblico per Giocasta con Caterina Vertova e Marco Conti Gallenti per la regia di Stefano Molica, messo in scena al teatro greco di Tindari
Tindari (Me), 02/08/2013 - Il dramma raccontato dalla mitologia greca viene rivisto e rappresentato secondo il testo della scrittrice greca Dimitra Mitta. L’autrice ribalta totalmente la visione tradizionale del mito di Edipo ed offre una visione nuova ed innovativa dove Giocasta, regina di Tebe, diventa la protagonista.

Vittima di una tremenda profezia sposa Edipo, suo figlio, che nello stesso tempo è anche l’assassino di Laio, padre di Edipo stesso.
Grazie al testo di Dimitra Mitta si scopre la figura di Giocasta, ma soprattutto si possono comprendere i suoi sentimenti in quanto l’autrice va a scavare nella sua vita e nel suo animo.
Perfetta la regia di Stefano Molica. Il suo stile inconfondibile diventa il filo conduttore di un dramma che va via senza infastidire, incuriosisce e fa rimanere lo spettatore attento sino alla fine.
“Il mito di Edipo è ribaltato e Giocasta ne diviene la protagonista – ha spiegato il regista. Il tema è molto attuale perché affronta il rapporto delle madri con i propri figli e delle donne con il potere. Il testo è molto attuale e parla in maniera semplice alle nuove generazioni”.

Ottima la prova di Marco Conti Gallenti, giovane attore pattese, forse intimidito dal suggestivo scenario di Tindari, ma che alla fine ha ben figurato lasciando intravedere il talento di cui è dotato. Impeccabile anche il coro, composto da tre giovani ragazze di Patti, Valentina Martino, Maria Scafidi e Morena Casella.
Il progetto, che ha il sapore di un laboratorio aperto, è l’indicazione che a Tindari, ma soprattutto a Patti, si possa dare nuovamente vita a quella produzione che tanti anni fa fece diventare il comprensorio una proficua fucina culturale.
“Da diverso tempo – ha affermato Stefano Molica – a Patti c’è un movimento culturale interessante. Lo spettacolo è un work in progress e l’obiettivo è quello di crescere sperando che in futuro si possano raccogliere i frutti di quanto seminato oggi”.
Lo spettacolo è stato accompagnato magistralmente dalle musiche originali di Luca Pincini, noto compositore internazionale ed ormai pattese d’adozione, che oltre a comporre i brani li ha eseguiti dal vivo, creando un’emozione unica, cogliendo i momenti salienti del dramma greco e riportando all’antico sapere dell’essenza del teatro tindaritano.

Il Tindari Festival proseguirà adesso lunedì 5 agosto con lo spettacolo “Anfitrione” di Plauto per la regia di Walter Manfrè. Protagonisti della commedia plautina saranno Debora Caprioglio ed Enrico Guarneri.

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