Ospedali: posti letto, offerta minima nelle città metropolitane di Messina e di Venezia

ISTAT. CONDIZIONI DI SALUTE E OFFERTA SANITARIA NELLE CITTÀ METROPOLITANE. Cagliari è il comune con la maggiore dotazione di posti letto ordinari e in day hospital per abitante (13,4 per 1.000). I comuni di Bari e di Catania. Reggio Calabria e Genova invece sono i comuni con la minore disponibilità di posti letto. La dotazione di posti letto ospedalieri è invece minima nelle città metropolitane di Messina e di Venezia   21/05/2024 - A Roma la maggiore concentrazione: ogni 100 posti letto del Lazio, quasi 82 sono offerti da strutture ospedaliere ubicate nel territorio metropolitano di Roma. Nella città metropolitana di Genova sono localizzati il 63% dei posti letto della Liguria, così come nei territori metropolitani di Torino e di Napoli si concentra circa la metà della disponibilità dei posti del Piemonte e della Campania.  La dotazione di posti letto ospedalieri è invece minima nelle città metropolitane di Messina e di Venezia che sono sede, rispettivamente, di 16 e di 18 posti let

FELTRINELLI POINT MESSINA: DA DON PUGLISI AL MITO, DALLA LETTERATURA DI VIAGGIO ALLA SAGGISTICA CIVILE

Due nuovi appuntamenti in calendario al Feltrinelli point Messina. Domenica 29 l’incontro sulla “via dell’arca sui sentieri italiani”
Lunedi’ 30 la presentazione di “Beato tra i mafiosi” dedicato a Don Puglisi

Messina, 25/09/2013 – Si arricchisce il calendario eventi del Feltrinelli Point Messina. Dopo l’appuntamento di giovedì 26 settembre, inserito nella “Giornata proGrammatica” di Rai Radio3 e Miur, con la presentazione di
“Scrivere in italiano” (2013, Carocci Editore) a cura degli autori Fabio Rossi e Fabio Ruggiano con Carmelo Scavuzzo, ordinario di Storia della Lingua Italiana all’Università di Messina, due nuovi appuntamenti sono in programma.

Domenica 29 settembre alle ore 18 il Feltrinelli Point ospiterà Antonella Siligato, consulente di viaggi e specialista di “Viaggi nel tempo”. Attraverso immagini e parole l’esperta racconterà itinerari discosti dalle tradizionali mete del turismo, luoghi e percorsi ricchi di suggestioni. Per la serata di domenica Siligato ha scelto un itinerario che cammina sulla linea di confine tra mito e realtà: “Etiopia. La via dell’Arca sui sentieri italiani”. Dalla regina di Saba ai giorni nostri, passando attraverso la parte d’Italia in cui si fece la storia della guerra di Etiopia all’inizio del XX secolo. Ai partecipanti è riservato un buono sconto di cinquanta euro sui viaggi del catalogo CartOrange.

Lunedì 30 settembre alle ore 17.45 “Beato tra i mafiosi” (Di Girolamo Editore) sarà presentato dai tre autori, Francesco Palazzo (è stato presidente della Scuola di formazione etico-politica Giovanni Falcone di Palermo, scrive per Repubblica Palermo, per il settimanale messinese Centonove e per il quotidiano online LiveSicilia), Augusto Cavadi (scrive per Repubblica Palermo, è autore di vari libri sul rapporto fra le chiese cristiane e le mafie, tra i quali “Strappare una generazione alla mafia, Di Girolamo editore, e “Il Dio dei mafiosi”, San Paolo edizioni) e Rosaria Cascio (insegnante di lettere in un liceo di Palermo, è cresciuta nei gruppi giovanili di padre Puglisi ed è Presidente dell’Associazione “Padre Giuseppe Puglisi. Sì, ma verso dove?”). Con loro Nino Mantineo, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Messina e il giornalista Michele Schinella.

Antonella Siligato, l’ospite di domenica 29, nel suo tragitto personale di vita è partita da Mongiuffi Melia. E’ consulente di viaggio dal 2009, specialista di “Viaggi nel tempo”. E poiché. “i libri permettono alla mente di andare ovunque”, domenica 29 settembre alle ore 18 Antonella Siligato presenterà “In viaggio con un libro” al Feltrinelli Point Messina di via Ghibellina, abbinando immagini e parole, tra fotografie e lettura di pagine scelte. E ai partecipanti è riservato un buono sconto di cinquanta euro sui viaggi del catalogo CartOrange. Per l’incontro di domenica, Siligato ha scelto un “Viaggio nel tempo”, un itinerario che cammina sulla linea di confine tra mito e realtà. Dalla regina di Saba ai giorni nostri, passando attraverso la parte d’Italia in cui si fece la storia della guerra di Etiopia all’inizio del XX secolo. “Etiopia. La via dell’Arca sui sentieri italiani” si intitola, infatti, il viaggio che sarà presentato e che tocca luoghi sconosciuti al turismo di massa. “Un viaggio – conclude - è sempre una grande esperienza. Ma sono convinta che una delle chiavi per portarsi a casa ricordi davvero inimitabili e indimenticabili stia nell’incontro con la cultura, la storia ed i suoi protagonisti”.

Dal mito e dal viaggio alla cronaca e alla storia recente. “Si può testimoniare di un prete che la Chiesa cattolica proclama ‘beato’ senza cedere alla retorica, alla falsificazione storica, al buonismo interpretativo?” è la domanda della quarta di copertina di “Beato tra i mafiosi” che verrà presentato al Feltrinelli Point Messina lunedì 30 settembre. La risposta è che i tre autori di “Beato fra i mafiosi” ci provano: hanno conosciuto Don Pino Puglisi (ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993) e hanno scritto di lui in diverse occasioni. Nel libro, Francesco Palazzo ricostruisce i tre anni di Don Puglisi a Brancaccio, con qualche cenno a quanto accaduto dopo e traccia inoltre una storia recente, sino all’arrivo di Don Pino, della parrocchia di S. Gaetano e del quartiere. Augusto Cavadi riflette sul significato teologico e filosofico di questo martirio evidenziando soprattutto come esso costituisca la spia eloquente di una comunità ecclesiale spesso indifferente. Rosaria Cascio ricostruisce la metodologia pastorale di Don Pino alla luce della sua formazione teologica e psicologica e delle diverse esperienze nel corso della sua generosa esistenza. “Beato fra i mafiosi” include anche delle testimonianze di Don Francesco Michele Stabile e di Salvo Palazzolo.

L’idea del libro, spiega Francesco Palazzo, “è nata dalla considerazione che occorresse raccontare in maniera non agiografica alcuni aspetti di Puglisi e del contesto storico in cui visse i suoi ultimi tre anni a Brancaccio. Anche mettendo in evidenza, oltre le sue giuste intuizioni, la sua coerenza, il suo coraggio, anche qualche aspetto più critico del suo operato su cui discutere serenamente”. Nel libro, ricorda, si ricostruiscono in maniera approfondita i decenni precedenti dell'arrivo di Puglisi a Brancaccio, perché “la sua azione a Brancaccio aveva già avuto delle premesse nello stesso senso, anche se con diversa intensità esistenziale, con altri parroci”. Poi, scandagliando le precedenti esperienze di Puglisi, viene fuori il suo metodo: coerenza, ascolto, coinvolgimento nell'azione, studio dell'ambiente, programmazione. Inoltre, “si avanzano alcune interpretazioni teologiche e pastorali sul suo impegno a Brancaccio, come ad esempio il suo metodo genuinamente nonviolento. Infine, dei suoi tre anni a Brancaccio si mette in evidenza che egli fu ucciso dalla mafia non tanto per la sua azione nei confronti dei bambini ma per il suo coinvolgimento diretto e costante con un gruppo di adulti del quartiere che combatteva per diritti e strutture pubbliche”.

“Nei mesi di stesura del libro - aggiunge Rosaria Cascio - ho capito che in fin dei conti non stavo solo scrivendo un libro ma provavo a mettere pace dentro di me dopo il furto affettivo subìto con l'uccisione di padre Puglisi. Mi sono sentita un fiume in piena. Perchè si uccide un prete? Cosa poteva aver fatto in soli tre anni? Capirlo, approfondirlo e renderlo imitabile e riproducibile, questo ho tentato di fare con il libro, scrivendo quanto avevo appreso in anni e anni di confronto con gli amici e collaboratori più intimi che lui aveva avuto. Questo libro si pone dentro un processo di conoscenza che porta fino al cuore del suo modo di abbattere le pareti del tempio per consentire l'incarnazione del Bene nella storia degli uomini”.

Complessa la scrittura a sei mani? “Si, ma coinvolgente e appagante. Ciascuno ha dovuto limare e collocare al meglio il proprio contributo”, dicono gli autori. Ciascuno dei quali ha un aneddoto o un momento topico del periodo della stesura da raccontare. Compresa la “crisi” al momento di scegliere il titolo. “Il momento più critico – racconta Augusto Cavadi – è stato quando si decideva il titolo. C’era il timore che il titolo ‘Beato tra i mafiosi’ potesse essere inteso ‘Beato fra gli abitanti di Brancaccio’ e che la gente del quartiere potesse urtarsi per la generalizzazione. Ma il titolo è paradossale, e certo a Brancaccio la popolazione non è costituita tutta da mafiosi, esattamente come non lo è la popolazione siciliana. Sono felice che il titolo scelto sia stato questo. Attira più lettori di quanti si temesse ne potesse respingere”.

E sull’incontro messinese, una conclusione, soprattutto. “Speriamo che ispiri la voglia di leggere il libro, di non ritenere padre Puglisi - dice Palazzo - un fatto lontano, un fatto ‘palermitano’; e soprattutto aiuti a capire come possa essere diversa e più incisiva la chiesa locale, messinese”. “Ho imparato dalle parti scritte da Francesco e da Rosaria – aggiunge Cavadi - tanti dettagli della vicenda Puglisi che non conoscevo. E che ne fanno un anticipatore dello stile dell’attuale papa Francesco”. “Sento forte – conclude Cascio – il bisogno di non fermarmi, vivo questo libro come tappa di un percorso di impegno che mi porterà a costruire, con tantissimi altri amici, il puglisianesimo”.

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