Concorso dirigenti scolastici: scelta la data del 23 maggio per precise esigenze tecniche e organizzative

Concorso per dirigenti scolastici del 23 maggio: precisazioni del Dipartimento per il sistema educativo d’istruzione e formazione Roma, 17 maggio 2024 -  Il Dipartimento per il sistema educativo d’istruzione e formazione del Mim chiarisce che la scelta di fissare in tutta Italia la fase preselettiva del concorso per dirigenti scolastici in data 23 maggio risponde a precise esigenze tecniche e organizzative legate, in particolar modo, alla disponibilità delle postazioni informatiche nelle scuole che sono sedi di svolgimento del concorso. Infatti, si sono dovute evitare le giornate del mese di maggio maggiormente impegnate dalle scuole per lo svolgimento delle prove INVALSI riferite alle classi terminali del primo e del secondo ciclo di istruzione e alle classi campione.   Detta scelta, che attiene alle autonome determinazioni della dirigenza preposta, non interferisce con la giornata di commemorazione del giudice Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e degli agenti di scorta assassina

UFFICI GIUDIZIARI, CISL DI MESSINA: “UNA RIFORMA CHE NON TIENE CONTO DELLE SPECIFICITA’ DEL TERRITORIO”

Accorpamento degli uffici giudiziari, la Cisl di Messina critica “una riforma operata con tagli lineari senza tenere in considerazione le specificita’ del territorio. Serve il riordino, ma eliminando sprechi e inefficienze e valorizzando il personale”
Messina, 12 settembre 2013 – Nonostante le proteste, le prese di posizione e le rassicurazioni dello stesso Ministro, domani è il giorno
dell’accorpamento degli uffici giudiziari che, per il territorio messinese, significherà lo smantellamento di uffici giudiziari strategici come Taormina, Lipari, Mistretta e Sant’Agata di Militello.

La Cisl, in più occasioni, ha criticato “la riforma geografica giudiziaria” perché si opera una scelta di “tagli lineari in violazione al principio della stessa legge delega che imponeva l’individuazione di criteri oggettivi e omogenei, con particolare riferimento alla specificità territoriale del bacino di utenza, al tasso di impatto della criminalità organizzata e alla razionalizzazione del servizio”.

“Purtroppo – sostiene il sindacato - la scelta è stata operata a tavolino, tagliando uffici che nella maggior parte dei casi occupano immobili a costo zero, procedendo ad accorpamenti che non hanno gli spazi per poter ospitare personale, arredi e atti. Inoltre, non viene tenuta in alcuna considerazione la disponibilità delle locali amministrazioni comunali ad assumersi tutti i costi di mantenimento dei presidi giudiziari, compreso il costo del personale, pur di mantenere nei loro territori tali importanti servizi”.

Per la Cisl una scelta non ragionata che ha portato a continue proteste dei tribunali cosiddetti “minori”: infatti, la riduzione e la soppressione di tali uffici com’è stata pensata e messa in atto, crea disagi e disservizi alle realtà distrettuali che sin’oggi hanno rappresentato presidi di legalità sul territorio.

E’ ferma convinzione della Cisl che, per la vastità del territorio della nostra provincia e la sua specificità, la riforma non doveva pregiudicare l’interesse primario, ovvero quello della “giustizia” e andava realizzata salvaguardando in primo luogo l’interesse comune del cittadino-utente, individuando quegli uffici “improduttivi” e “onerosi” per lo Stato, quindi procedendo a una rifunzionalizzazione e riorganizzazione, senza perdere di vista lo scopo principe del “sistema giustizia”.

“Non è un caso – evidenziano dal sindacato di viale Europa - che le continue proteste del nostro territorio e quelle delle provincie limitrofe, vengano sostenute oltre che dal sindacato e dai lavoratori, anche da avvocati, autorità civili e soprattutto dall’utenza costretta a sopportare lunghe trasferte con aggravio di spese e con il ragionevole rischio di dover subire tempi biblici per essere giudicati”.
“Gli stessi lavoratori e operatori della giustizia – aggiungono dalla Cisl – dovranno sopportare, oltre ai danni economici derivanti dal mancato rinnovo dei contratti, anche quelli relativi agli inevitabili trasferimenti in altre sedi”.

La vera spending review – continua la Cisl - può essere fatta razionalizzando e risparmiando sulla spesa per “fitti passivi (la realtà messinese ne è un esempio), difesa di ufficio e patrocinio gratuito, notificazione degli atti, consulenze processuali, custodie; incidendo, quindi, negli sprechi e sulle inefficienze, valorizzando il personale in servizio in correlazione al raggiungimento di obiettivi e di livelli di efficienza”.
Per la Cisl serve l’apertura di un tavolo di confronto con le Organizzazioni sindacali, come già richiesto dalle Segreterie nazionali, ma è necessaria anche una presa di posizione forte delle Istituzioni Locali, delle Forze Sociali e Sindacali, dei Collegi Professionali, delle Associazioni di difesa del cittadino–utente, “per dare senso un riordino vero e serio”.

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