Ponte sullo Stretto: "Opera faraonica dal sapore coloniale"

Ponte sullo Stretto, Leoluca Orlando, candidato alle Europee per Alleanza Verdi Sinistra, a 24 Mattino su Radio 24: Opera faraonica dal sapore coloniale  14/05/2024 - “14 miliardi per realizzare un'opera che tecnicamente non è realizzabile, che massacra l'ambiente non soltanto quello geografico ma anche quello umano con intere deportazione di migliaia di famiglie. Un’opera che insiste per una parte, quella calabrese, sulla falda sismica essendo la zona di Messina esposta ai terremoti. 14 miliardi per un'opera faraonica che sembra un'opera coloniale. Alla Calabria e alla Sicilia si dà una grandissima opera che non si riuscirà mai a realizzare e che impegna 14 miliardi dei quali se ne spenderanno due o tre miliardi soltanto per pagare qualche progettista scelto probabilmente da qualche politico compiacente. Immaginiamo 14 miliardi collocati nel clima del porto di Genova!  È ammissibile che si attrae l'attenzione su quest'opera faraonica dal sapore coloniale e poi

ATTILIO MANCA: A UNO MATTINA I FAMILIARI DELL’UROLOGO ‘SUICIDATO’ (PER AVERE VISITATO PROVENZANO ?)

Oggi a 'UnoMattina' il caso di Attilio Manca, l’urologo 'suicidato’ dalla mafia. Alle ore 10 la trasmissione di Rai1 affronterà il surreale caso del giovane urologo ucciso dalla mafia, per il quale ancora giustizia non è fatta. La madre di Attilio Manca, signora Angela, e il fratello Gianluca saranno ospiti della trasmissione dopo la presentazione del volume “Le Vene violate” di Luciano Armeli (Armenio Editore) alla Camera dei Deputati
16/10/2013 – Il caso di Attilio Manca, l’urologo di Barcellona P. G. ‘suicidato’ dalla mafia, approda a Uno Mattina. Oggi, mercoledì 16 ottobre alle ore 10, la trasmissione di Rai1  affronterà il surreale caso del giovane urologo ucciso dalla mafia, per il quale ancora giustizia non è fatta.
La madre di Attilio Manca, signora Angela, e il fratello Gianluca saranno ospiti della trasmissione dopo la presentazione del volume “Le Vene violate” di Luciano Armeli (Armenio Editore) alla Camera dei Deputati.

I familiari dell’urologo che visitò Bernardo Provenzano (per questo sarebbe stato ucciso, poiché divenuto testimone scomodo) proseguono nella loro pervicace ricerca della verità, dopo il pronunciamento del tribunale di Viterbo che archivia per l’ennesima volta il caso, relegandolo al ruolo di una morte ‘accidentale’.

Nell'agosto 2013 il caso di Attilio Manca, subisce una dura ‘sconfitta’. Il giudice per le indagini preliminari di Viterbo - infatti - ha deciso di archiviare l'inchiesta a carico di 5 persone di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), indagate per la morte dell'urologo barcellonese, trovato morto nella sua abitazione di Viterbo, dove svolgeva la sua professione, nel 2004.

Per il gip di Viterbo, Attilio Manca sarebbe morto per un’overdose di droga che lo stesso manca si sarebbe iniettato con una siringa. I familiari dell'urologo, che conducono una strenua lotta per il riconoscimento delle vere cause del decesso (ucciso dalla mafia) sono, invece, convinti che proprio la mafia lo avrebbe ucciso, dopo averlo costretto a operare alla prostata il boss mafioso Bernardo Provenzano: dopo l'intervento, il dott. Attilio Manca, ormai testimone scomodo, sarebbe stato eliminato.

Nell'ottobre 2012 l'europarlamentare Sonia Alfano, che si era opposta all'archiviazione del caso, così scriveva in una nota:

“Dopo otto anni di attese snervanti, di falsità, di dubbi atroci e di depistaggi, quanto altro tempo ci vorrà per arrivare alla verità sulla morte di Attilio Manca? Perché una verità tanto evidente risulta così difficile da affermare? Era stato ordinato un supplemento di indagine e il suo risultato è chiaro: sulle siringhe trovate a casa sua non c'è alcuna impronta di Attilio Manca. Questo impone di verificare chi maneggiò quelle impronte: individuare quei soggetti spalancherebbe la pista mafiosa, cioè la vera ragione dell'uccisione dell'urologo barcellonese”.

All’indomani dell’udienza fiume del 9 febbraio 2012 Sonia Alfano (Presidente della Commissione Antimafia Europea) tornava a prendere posizione sulla vicenda di Attilio Manca, l’urologo siciliano trovato senza vita nella sua casa di Viterbo nel febbraio del 2004.

“Condivido pienamente l’ennesima opposizione dei familiari di Attilio e del loro avvocato, Fabio Repici, alle richieste di archiviazione della Procura viterbese - scriveva la Alfano - . Chiudere le indagini su un caso palesemente segnato da gravissime anomalie e buchi neri, sarebbe come ucciderlo per la seconda volta. Non possiamo e non dobbiamo permetterlo. Mi sembra macroscopico l’operato insufficiente e omissivo del pm Petroselli, responsabile delle indagini. Mi auguro che il gip voglia accogliere le nuove consulenze tecniche chieste dalla difesa. E’ un atto dovuto alla dignità e alla memoria di Attilio Manca”.

Nel febbraio 2010 la stessa europarlamentare lanciava un duro atto di accuda contro "la città di Barcellona Pozzo di Gotto", che "continua ad essere un ostacolo alla scoperta della verità sulla morte di Attilio Manca e l'indifferenza di molti impone una cappa su questo caso, creando disagio alla famiglia", affermava il deputato europeo, Presidente dell'Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia.

La procura di Viterbo aveva archiviato per la terza volta le indagini e - sottolineava Sonia Alfano - viene naturale interrogarsi sul perchè di tanta leggerezza. Purtroppo in Italia è una consuetudine che i familiari delle vittime di mafia debbano indagare e trovare le prove sui mandanti e assassini dei propri cari, e io lo so bene perchè ho dovuto farlo per l'assassinio di mio padre. Pertanto - aggiunge - vorrei sollecitare la procura ad approfondire ancora le indagini e a fare luce sui lati oscuri di questa terribile vicenda".

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