Ponte sullo Stretto: "Opera faraonica dal sapore coloniale"

Ponte sullo Stretto, Leoluca Orlando, candidato alle Europee per Alleanza Verdi Sinistra, a 24 Mattino su Radio 24: Opera faraonica dal sapore coloniale  14/05/2024 - “14 miliardi per realizzare un'opera che tecnicamente non è realizzabile, che massacra l'ambiente non soltanto quello geografico ma anche quello umano con intere deportazione di migliaia di famiglie. Un’opera che insiste per una parte, quella calabrese, sulla falda sismica essendo la zona di Messina esposta ai terremoti. 14 miliardi per un'opera faraonica che sembra un'opera coloniale. Alla Calabria e alla Sicilia si dà una grandissima opera che non si riuscirà mai a realizzare e che impegna 14 miliardi dei quali se ne spenderanno due o tre miliardi soltanto per pagare qualche progettista scelto probabilmente da qualche politico compiacente. Immaginiamo 14 miliardi collocati nel clima del porto di Genova!  È ammissibile che si attrae l'attenzione su quest'opera faraonica dal sapore coloniale e poi

FABIO FAZIO, TOBAGI E COLOMBO: “SIAMO SCONCERTATI DALLA PASSIVITÀ DELLA RAI DI FRONTE ALL’INGIUSTIFICATO ATTEGGIAMENTO DI BRUNETTA”

"Ci sono professionalità come quella di Fazio che sono un grande valore per la Rai e i telespettatori. Fazio peraltro non è un costo per l'azienda, ma una fonte di profitto e garantisce un'informazione trasparente, seria e di altissima qualità". Lo ha detto il dg Rai, Gubitosi,dopo le accuse di Brunetta (Pdl) che replica e definisce "offensiva" la dichiarazione di Gubitosi, accusandolo di "negare l'evidenza del comportamento di Fazio,condannato dall'Agcom per mancanza di pluralismo"

Roma, 16/10/2013 - “Chi difende la Rai da attacchi gratuiti? Siamo sconcertati dalla passività di RAI di fronte all’ingiustificato atteggiamento dell’on. Prof. Renato Brunetta nei confronti di Fabio Fazio nella trasmissione “Che tempo che fa” del 13 ottobre, passività mantenuta nonostante i ripetuti solleciti ad emettere una nota ufficiale. Il silenzio della Dirigenza ci obbliga a un intervento, che avremmo volentieri evitato, per ristabilire la correttezza su alcuni fatti”.
A dichiararlo sono i Consiglieri di amministrazione della Rai Tobagi e Colombo, che così proseguono nel loro comunicato:

“L’on. Brunetta ha accusato Fabio Fazio di non dire il vero quando questi chiariva che il suo programma - lungi dall’alimentare il “buco” di bilancio o sprecare soldi pubblici – si ripaga con la pubblicità. Eppure, stando alle informazioni di cui disponiamo come amministratori, Fazio ha detto il vero, anzi, “Che tempo che fa” addirittura guadagna – come ha sottolineato ieri anche la collega Todini".

"L’on. Brunetta ha accusato la Rai di violare la legge, perché non pubblica i compensi dei suoi artisti e conduttori. Ma in verità non esiste un obbligo dell’azienda a tale pubblicazione. La legge (decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33) obbliga le amministrazioni pubbliche, per trasparenza, a fornire dettagli anche sulle cifre dei compensi di dirigenti e collaboratori. Ma, secondo due ordinanze delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (ordinanze n. 28329 e 28330 del 22 dicembre 2011), Rai non è “in alcun modo annoverabile tra le pubbliche amministrazioni”, come definite ai sensi di altre norme. La Rai è un “ibrido”: società per azioni di diritto privato che agisce commercialmente in un mercato concorrenziale, però ad azionariato completamente pubblico. Il problema andrebbe affrontato nelle sedi opportune, certo. Ma intanto l’obbligo di pubblicare tutti i compensi non sussiste”.

“In proposito – proseguono Tobagi e Colombo - si è visto in questi giorni come la divulgazione di dati, peraltro non verificati, abbia causato la rottura della trattativa con un noto artista. I compensi sono dati sensibili la cui divulgazione può alterare pesantemente la concorrenza nel settore radiotelevisivo, già gravato dalla cappa del conflitto d’interessi, e danneggiare la Rai (quindi anche e soprattutto i contribuenti che pagano il canone). Solo incidentalmente notiamo che il tema della tutela della libera concorrenza dovrebbe essere tenuto particolarmente presente dal capogruppo del partito capeggiato dal maggiore azionista del principale concorrente della Rai.

In ordine alle polemiche sulle produzioni esterne, alimentate nei giorni successivi, possiamo affermare che, con il piano industriale, Rai ha intrapreso un percorso per la massima valorizzazione e razionalizzazione delle risorse interne. Il percorso richiede tempo e fatica, e gli attacchi gratuiti non aiutano a farlo procedere”.

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