Si guardano bene le associazioni venatorie dal diffondere i dati reali sulla gente impallinata
27/10/2013 - I dati sui morti e feriti per armi da caccia, continuano a turbare i sonni del mondo venatorio,al punto tale che la sua migliore difesa è costituita soltanto dall'attacco, dalla denigrazione e dal puerile tentativo di ridicolizzare tutti coloro che evidenziano i troppi danni e le tragedie provocati dai cacciatori, sia durante le battute di caccia che al di fuori.
13 le vittime tra la gente comune, di cui 3 i morti (due donne), tra i 10 feriti c'è un minore: la bambina nella sua cameretta.
14 i cacciatori vittime di sé stessi e del fuoco amico: 1 morto.
In totale 27 vittime dal 1 settembre a venerdì 25 ottobre, per armi da caccia e cacciatori:
23 i feriti e 4 i morti.
Per non contare, in questo contesto, anche tutti i casi di tragedie sfiorate per comportamenti asociali, pericolosi ed illegali da parte di chi detiene la licenza di caccia.
A questo insano atteggiamento si aggiunga anche il fatto che chi difende la caccia punta volutamente a sminuire il tema "sicurezza dei cittadini", riducendolo a semplice variabile da "tragica fatalità", al pari (anzi numericamente meno rilevante) degli incidenti anche mortali registrati in attività come alpinismo, sci, trekking, ricerca funghi... che, a loro dire, mai nessuno si sogna di sindacare. Peccato che il pargone non abbia mai retto, semplicemente perchè non paragonabile nei tempi, modalità, n° di fruitori e soprattutto in utilità e pericolosità per gli altri.
"Il confronto, oltre ad essere fuori luogo perché pretestuoso e fuorviante, non tiene volutamente neppure conto che nel caso della caccia continuano ad essere uccisi e feriti coloro che con questa attività non hanno e non vogliono spartire nulla, aspetto questo ignorato - non a caso - dalle associazioni venatorie e addirittura occultato. Infatti le ass.venatorie quando sparano i numeri delle vittime per caccia, contano solo i cacciatori, in spregio e nella totale mancanza di rispetto verso chi...i cacciatori hanno ferito o ammazzato ma non è cacciatore!
Ma non solo, mai una volta, dico mai, hanno prodotto dettagliatamente i dati sulle vittime per caccia da loro raccolti, per evitare un confronto aperto e trasparante tra i dati raccolti dai vari interessati, che siano pro o contro la caccia..." precisa Daniela Casprini presidente dell'Associazione Vittime della Caccia, "...cosa che invece noi facciamo da sempre, pubblicando nei dossier le fonti e tutti i riferimenti utili per ogni notizia raccolta. Se la LAC è criticata, poichè nel conto dei morti e feriti inserisce anche infartuati o caduti, significa soltanto che evidentemente la Lac riparte da un proprio criterio di raccolta e di valutazione del fenomeno caccia, aspetto che a noi interessa poco (in quanto la nostra selezione verte sulle armi da caccia e sui cacciatori responsabili di atti offensivi verso terzi), ma globalmente costituisce un focus più completo su una realtà certamente critica a causa degli stessi attori armati ed evidentemente poco responsabili.
"Il punto è però un altro: il mondo venatorio continua a pretendere di rassicurarci con argomenti non credibili, su tutti la tesi che grazie a una maggiore attenzione dei cacciatori il trend degli incidenti è in sensibile calo", continua Daniela Casprini che conclude "ci piacerebbe sapere da dove scaturiscono le loro rassicuranti conclusioni, visto che ad oggi i loro conti sono poco chiari e non tornano proprio rispetto a quanto da noi raccolto! Petanto, producano questi dati assoluti che deterrebbero per un serio confronto, altrimenti tacciano per sempre! E soprattutto mostrino rispetto per le loro vittime, i morti e i feriti non cacciatori, o forse accettano che il prezzo in vite umane sia una compatibilità sostenibile con questa (barbara e insana) loro passione?" conclude Daniela Casprini.
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