Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

ROSY BINDI: “LA COMMISSIONE ANTIMAFIA DEVE PENSARE A UN CODICE ETICO PER LA POLITICA”

"La risoluzione approvata dal Parlamento Europeo, su proposta della Crim (Commissione sul Crimine organizzato, corruzione e riciclaggio di denaro) guidata dall'on. Sonia Alfano, può essere la base per una svolta tanto attesa e necessaria nella lotta alle mafie: creare uno spazio giuridico antimafia europeo". Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia
 Palermo, 26/11/2013 - Questa mattina, martedì 26 novembre, a Palermo, durante un convegno, la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, ha affermato: "C'è una politica che lavora per irrobustire le ossa e i muscoli della società e un'altra che fa di tutto per fiaccarli. Questa Commissione antimafia, tra i suoi obiettivi, deve avere anche il ripensamento di un codice etico per la politica”.
A questa affermazioni replica il Presidente di Avviso Pubblico, Andrea Campinoti: “Condividiamo con la Presidente Bindi la necessità che la politica sia chiara e netta nel suo impegno per l’affermazione della cultura della legalità, perché la politica è indispensabile per costituire un solido argine contro le mafie, la corruzione ed il malaffare. Pensiamo, tuttavia, che un codice etico nel nostro Paese esiste già ed è la Carta di Pisa – ha proseguito Campinoti – che Avviso Pubblico ha presentato nel febbraio dello scorso anno e che diversi enti locali e singoli amministratori italiani hanno già sottoscritto e stanno per sottoscrivere.

La Carta è più di un semplice codice etico di autoregolamentazione. Frutto di un lavoro durato quasi un anno e portato avanti da un gruppo di esperti composto da giuristi, funzionari pubblici e amministratori locali, essa prescrive divieti e richiede a chi la sottoscrive di attuare azioni concrete che rendano trasparente, verificabile e documentabile l’attività politico-amministrativa svolta da ogni singolo amministratore.
La Carta di Pisa – prosegue Campinoti – è uno strumento che abbiamo pensato per tutte quelle amministratrici e quegli amministratori che, stanchi di sentirsi ripetere che “tutti i politici sono tutti uguali”, al contrario, amministrano con diligenza, imparzialità, disciplina e onore le loro comunità, così come prescritto dalla nostra Costituzione”.

"La risoluzione approvata dal Parlamento Europeo, su proposta della Crim (Commissione sul Crimine organizzato, corruzione e riciclaggio di denaro) guidata dall'on. Sonia Alfano, può essere la base per una svolta tanto attesa e necessaria nella lotta alle mafie: creare uno spazio giuridico antimafia europeo". Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, commentando il tema trattato dal convegno "Le mafie nel mirino dell'Europa" che si è svolto oggi a Palermo.
 
"Con uno spazio comune - aggiunge - le mafie verrebbero colpite sul piano patrimoniale, economico e finanziario con maggiore efficacia. Cosa nostra, la Camorra e soprattutto la 'Ndrangheta dovrebbero fare i conti con un sistema antimafia uguale in Italia come nel resto d'Europa. Lo stesso dicasi per le mafie straniere. Ogni Paese europeo deve avere, quindi, la stessa legislazione e gli stessi strumenti per aggredire i patrimoni dei boss, tutelare i testimoni di giustizia e combattere le collusioni con l'economia e la politica".

"In Italia - conclude l'esponente antimafia del Pd - mancano all'appello due norme importanti per dare maggiore organicità al contrasto delle mafie sul piano internazionale: il recepimento della direttiva sulle squadre investigative comuni e l'introduzione nel nostro ordinamento del reato di autoriciclaggio. Con questi due provvedimenti e con le indicazioni fornite dalla Crim possiamo fare veramente un salto di qualità".

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