Danni da incendi in Sicilia: Irfis pubblica avviso da 2,9 milioni

Danni da incendi, Irfis pubblica avviso da 2,9 milioni. I n pubblicazione oggi da Irfis FinSicilia l’avviso pubblico per contributi straordinari per i danni causati dagli incendi della scorsa estate.   16/05/2024 - Si tratta di una misura da 2,9 milioni di euro destinata a quanti hanno subito danni al patrimonio immobiliare e mobiliare a seguito dell’ondata di calore e degli incendi che hanno interessato, a partire dal 23 luglio 2023, le province di Catania, Messina, Palermo e Trapani e per i quali è stata emanata una apposita ordinanza del capo della protezione civile (la 1078 del 13 marzo 2024). Grazie al decreto della Regione (n. 31/2024 del 9.4.2024), è stato costituito, mediante incremento del Fondo Sicilia, un plafond destinato alla concessione dei contributi d’importo pari a 2,9 milioni di euro. Irfis – FinSicilia S.p.A. è stata incaricata di gestire le relative agevolazioni. Per accedere al contributo è necessario, tra l’altro, essere proprietari dei beni e avere denunciato pri

STEFANO CUCCHI, A 'UN GIORNO IN PRETURA' I FATTI PROCESSUALI DEL GIOVANE MORTO AL 'PERTINI'

23/11/2013 - Nuovo appuntamento con "Un giorno in Pretura", la trasmissione di Roberta Petrelluzzi, in onda sabato 23 novembre alle 23.55 su Rai3. E' la sera del 15 ottobre quando Stefano Cucchi viene fermato dai Carabinieri in un parco di Roma mentre scambia del fumo con un suo coetaneo. Morirà sette giorni dopo all'ospedale "Pertini". Il processo celebrato nella Corte d'Assise di Roma cercherà di far luce su che cosa e chi ha provocato la morte di questo giovane di 31 anni.

Gli imputati sono tre agenti della polizia penitenziaria e medici e infermieri dell'ospedale. In questa puntata si scava sul percorso compiuto da Stefano Cucchi dal fermo fino alla conferma del suo arresto avvenuta il 16 ottobre. E' la prima volta che sulla morte di questo sfortunato giovane parlano solo i fatti processuali, cercando di tenere lontane tutte l'emozioni, le indignazioni e le suggestioni che il caso ha alimentato.
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Il caso Cucchi è la vicenda giudiziaria e di cronaca che ruota intorno alla morte del geometra romano trentunenne Stefano Cucchi, deceduto il 22 ottobre 2009 durante la custodia cautelare. Tale fatto ha dato origine a un celebre caso di cronaca giudiziaria che ha coinvolto alcuni agenti di polizia penitenziaria e alcuni medici del carcere di Regina Coeli.[1] Cucchi era un ragazzo appassionato di boxe[2] e alcuni anni prima della sua morte era un tossicodipendente in cura presso alcune comunità terapeutiche.

Il 15 ottobre 2009 Stefano Cucchi venne trovato in possesso di 21 grammi di hashish e antiepilettici[senza fonte] (il giovane era epilettico). In conseguenza di questo venne decisa la custodia cautelare; in tale data il giovane non aveva alcun trauma fisico e pesava 43 chilogrammi (per 176 cm di altezza)[3]. Il giorno dopo venne processato per direttissima. Già durante il processo aveva difficoltà a camminare e a parlare e mostrava inoltre evidenti ematomi agli occhi; il giovane parlò con suo padre pochi attimi prima dell'udienza ma non gli disse di essere stato picchiato. Nonostante le precarie condizioni, il giudice stabilì per lui una nuova udienza da celebrare qualche settimana dopo e stabilì inoltre che il giovane sarebbe dovuto rimanere in custodia cautelare al Regina Coeli[4].

Dopo l'udienza le condizioni di Cucchi peggiorarono ulteriormente, e venne visitato all'ospedale Fatebenefratelli presso il quale vennero messe a referto lesioni ed ecchimosi alle gambe, al viso (inclusa una frattura della mascella), all'addome (inclusa un'emorragia alla vescica) e al torace (incluse due fratture alla colonna vertebrale). Venne quindi richiesto il suo ricovero che però venne rifiutato dal giovane stesso. In carcere le sue condizioni peggiorarono ulteriormente. Morì all'ospedale Sandro Pertini il 22 ottobre 2009. In tale data Cucchi pesava 37 chilogrammi.

Dopo la prima udienza i familiari cercarono a più riprese di vedere, o perlomeno conoscere, le condizioni fisiche di Cucchi, senza successo. La famiglia ebbe notizie di Cucchi quando un ufficiale giudiziario si recò presso la loro abitazione per notificare l'autorizzazione all'autopsia.

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