Messina, 19/01/2014 – L’autopsia non è stata ancora in grado di dare le risposte volute sul mistero della donna di colore il cui cadavere straziato è stato ritrovato lo scorso 14 gennaio nel territorio di Raccuja, località Portella Nocera. Attraverso l’esame autoptico, eseguito presso l'Istituto di Medicina Legale di Messina, non è ancora riusciti a dare un nome alla povera donna, né a stabilirne le cause della morte, che non sarebbero – con molte probabilità – accidentali. Si trattererebbe dunque dell’omicidio di una donna di colore di età compresa tra i 25 e i 30 anni.
Il giorno successivo al ritrovamento, i Carabinieri del RIS avevano effettuato i rilievi sui luoghi del ritrovamento per cercare di risalire all’identità della vittima e alle cause della morte. E’ stato possibile stabilire trattarsi di una donna con extension ai capelli e un decoro di smalto a forma di fiore agli alluci. Dopodichè non era stato possibile stabilire altro prima che venisse effettuata l’autopsia da parte del medico legale, autorizzato dal magistrato incaricato. La salma era stata perciò trasferita presso l’Istituto di Medicina Legale di Messina, dove sono state riscontrate profonde ferite al cranio della ragazza senza potere – tuttavia – stabilirne le cause.
Tutto lascia pensare ad un omicidio maturato probabilmente negli ambienti della prostituzione. Il cadavere risulta gravemente deturpato, probabilmente dagli animali selvatici del bosco, essendo stato abbandonato in quel tratto del Parco dei Nebrodi dove abbondano maiali ed altri animali della fauna selvatica. Da quanto è stato possibile appurare dai medici dell'Istituto di Medicina Legale, il cadavere della donna sarebbe rimasto abbandonato nel bosco dopo la morte per circa due settimane. La donna era alta mt. 1,60, portava scarpe n. 36, extension ai capelli e un decoro di smalto a forma di fiore agli alluci.
Le forze dell’ordine tuttavia sono impegnati nella ricerca di elementi che possano farli risalire all’identità della poveraccia, nella convinzione che possa trattarsi di una prostituta uccisa molto probabilmente con un colpo alla testa che le avrebbe fratturato il crano. Le indagini sono orientate verso gli ambienti della prostituzione delle province di Palermo, Catania e Messina.
Il cadavere straziato dagli animali selvatici era stato ritrovato la sera prima nel corso di un servizio antibracconaggio dagli agenti del Corpo Forestale in servizio nell'area protetta del parco dei Nebrodi. Il corpo, di cui sono ben distinguibili solo le gambe, è stato rinvenuto in una zona scoscesa, in un dirupo dell'area boschiva del Parco Regionale dei Nebrodi tra i comuni di Floresta e Raccuja. Il cadavere sarebbe rimasto a lungo in quel posto e solo le gambe sono chiaramente riconoscibili, mentre il resto delle membra è gravemente devastato
Il corpo in avanzato stato di decomposizione rinvenuto dagli uomini del Corpo Forestale della Regione Siciliana del Distaccamento di Floresta, nel corso di un servizio per la repressione di illeciti di natura venatoria e ambientali, all’interno del Parco Regionale dei Nebrodi, si trovava in un dirupo.
Sul posto si sono recati i Carabinieri della stazione di Floresta e di Patti che hanno avviato immediatamente le indagini per risalire all'identità del cadavere, che dovrebbe essere di una donna. L'avanzato stato di decomposizione e lo stato del cadavere hanno reso particolarmente difficile il riconoscimento. Saranno i Ris di Messina a fare luce sul mistero del macabro rinvenimento.
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