Ospedali: posti letto, offerta minima nelle città metropolitane di Messina e di Venezia

ISTAT. CONDIZIONI DI SALUTE E OFFERTA SANITARIA NELLE CITTÀ METROPOLITANE. Cagliari è il comune con la maggiore dotazione di posti letto ordinari e in day hospital per abitante (13,4 per 1.000). I comuni di Bari e di Catania. Reggio Calabria e Genova invece sono i comuni con la minore disponibilità di posti letto. La dotazione di posti letto ospedalieri è invece minima nelle città metropolitane di Messina e di Venezia   21/05/2024 - A Roma la maggiore concentrazione: ogni 100 posti letto del Lazio, quasi 82 sono offerti da strutture ospedaliere ubicate nel territorio metropolitano di Roma. Nella città metropolitana di Genova sono localizzati il 63% dei posti letto della Liguria, così come nei territori metropolitani di Torino e di Napoli si concentra circa la metà della disponibilità dei posti del Piemonte e della Campania.  La dotazione di posti letto ospedalieri è invece minima nelle città metropolitane di Messina e di Venezia che sono sede, rispettivamente, di 16 e di 18 posti let

CAPO D’ORLANDO E S. AGATA MILITELLO, DISTRETTO SOCIO-SANITARIO D31: “C'È IL RISCHIO DI PERDERE UN MILIONE E 700 MILA EURO”

“C'è il rischio concreto di perdere il finanziamento di circa un milione e 700 mila euro”. L’allarme è delle Cisl zonali di Capo d’Orlando e Sant’Agata Militello per il piano di zona 2013/2015 del Distretto socio-sanitario d31. Ritardi anche sui fondi 2010/2012
Messina, 18 marzo 2014 – “La programmazione e la definizione del Piano di Zona 2013/2015 del Distretto socio-sanitario D31 è in alto mare e paradossalmente registriamo che ancora risultano progetti non portati a gara o non realizzati relativi alla triennalità 2010/2012”.
I segretari zonali della Cisl di Capo d’Orlando e Sant’Agata Militello, Alfonsa Franchina e Turuzzo Miceli, alzano il livello d’attenzione sul rischio di perdere i fondi di finanziamento nel caso di non predisposizione nei tempi di legge del Piano di Zona per il Distretto socio-sanitario che copre gran parte dei comuni della zona tirrenico-nebroidea. “Addirittura – sottolineano – risulta che alcuni comuni non hanno versato la quota di compartecipazione, a discapito di quei Comuni che invece sono stati rispettosi della legge e delle direttive regionali”.

Ma la Cisl fa emergere un'altra forte criticità per la mancata convocazione delle conferenze di servizio, come previsto dalle linee guida regionali. “Ci si è limitati solo all'individuazione delle Aree Omogenee Distrettuali che, ad oggi, non sembrano essere state approvate in via definiva da parte dell'Assessorato. Ma questo – denunciano i segretari zonali Cisl - è stato fatto solo per spartire una torta di oltre un milione e 700 mila euro (1.762.161,07) in rapporto ai 75552 abitanti dei 18 comuni aggregati, con una quota pro-capite per abitante di 23,32 euro. Non vi è – aggiungono Franchina e Miceli - una vera pianificazione dei bisogni della collettività e assistiamo ad una illogica polverizzazione delle risorse che non consentiranno ai comuni di piccole dimensioni abitative di poter realizzare alcun progetto. Lo spirito della legge e dell’integrazione socio-sanitaria non è certo quella della spartizione a prescindere”.

Purtroppo, malgrado le numerose sollecitazioni della Cisl, si continua ad assistere ancora ad incontri inutili dove già è tutto deciso o si lavora per non decidere nulla ed arrivare "in zona Cesarini" per presentare progetti preconfezionati e forse rispondenti alle desiderata di potenziali affidatari.

“Come Cisl – affermano Alfonsa Franchina e Turuzzo Miceli - non possiamo accettare che tutto si scarichi sui dipendenti e funzionari facenti parte del Gruppo Piano, perché le scelte sono politiche e devono essere frutto di una consultazione e concertazione su base territoriale, purtroppo mai avvenuta. Siamo costretti a denunciare i fatti proprio per porre rimedio, invitando il Sindaco del Comune capofila, assieme gli altri 18 sindaci del Distretto, a dare corso a quanto previsto dalle linee guida, per evitare che il distretto socio-sanitario perda il finanziamento triennale di circa un milione e 700 mila euro con una forte penalizzazione per le fasce deboli del territorio”.



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