Deposito scorie nucleari a Trapani e Calatafimi Segesta: l’ARS dice NO, rispettata la volontà popolare

Deposito scorie nucleari: l’ARS dice NO. Ciminnisi: «Rispettata la volontà popolare. Incredibile il silenzio del Governo Regionale». A pprovata la mozione presentata dal M5S e illustrata in aula dalla deputata Cristina Ciminnisi, contro l’ipotesi di realizzazione del deposito nazionale di scorie nucleari in una delle due aree individuate nei comuni di Trapani e Calatafimi Segesta. Il Governo non s’è pronunciato e non è intervenuto in aula.  Trapani, 14 maggio 2024 – L’ARS ha approvato questo pomeriggio la mozione, presentata dal M5S e illustrata in aula dalla deputata trapanese Cristina Ciminnisi, prima firmataria, contro l’ipotesi di realizzazione del deposito nazionale di scorie nucleari in una delle due aree individuate nei comuni di Trapani e Calatafimi Segesta. Il Governo non s’è pronunciato e non è intervenuto in aula. Contro la mozione ha votato il deputato di FdI Giuseppe Bica. «Il voto rende giustizia e dignità ai nostri territori e a tutta l’Isola – afferma Ciminnisi –. Il NO

CROCETTA A MESSINA: "SU GENOVESE VOTEREI PER L'ARRESTO" E CADE LA PRIMA TESTA

Messina, 25/03/2014 - Si è svolto questa mattina nella sala Falcone Borsellino di palazzo Zanca un tavolo tecnico, previsto dal protocollo d'intesa stipulato nel 2013, per la conclusione delle attività propedeutiche all'iter per la realizzazione della "via Don Blasco" e la consegna del provvedimento di convenzione inerente le risorse finanziarie occorrenti. All'incontro saranno presenti, oltre al sindaco, Renato Accorinti, il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta; l'assessore regionale alle
infrastrutture, Antonino Bartolotta; il presidente dell'Autorità Portuale di Messina, Antonino De Simone; il presidente RFI, Dario Lo Bosco; il presidente Sistemi Urbani, Carlo De Vito; il direttore del Dipartimento regionale infrastrutture, Giovanni Arnone, ed il segretario generale dell'Autorità portuale, Francesco Di Sarcina.
"Non so se Genovese sarà condannato o meno, però credo che un parlamentare sia come ogni altro cittadino e non può avere privilegi di nessuno tipo quindi per chiunque, e non entrando nel merito della vicenda di Genovese, io voterei sì per l'arresto". Lo ha detto il presidente della Regione Rosario Crocetta stamani al Comune di Messina. "Questo sistema di formazione - ha proseguito - l'ho sempre respinto".

Intanto, come riferisce Repubblica Palermo nell'edizione in edicola oggi, a firma di Emanuele Lauria, "l'assessore alla Formazione Nelli Scilabra ha licenziato" in tronco Maria Cristina Risoli, dipendente della Price Waterhouse e collaboratrice esterna del dipartimento Formazione, che - raccontano gli investigatori in un rapporto alla Procura - sarebbe stata negli ultimi mesi la "talpa" che girava informazioni al gruppo Genovese, al centro dell'indagine della Procura di Messina."

"La Risoli, nelle intercettazioni agli atti, fornisce a Salvatore Lamacchia (collaboratore di Genovese arrestato mercoledì) di volta in volta notizie aggiornate circa gli orientamenti del nuovo management del dipartimento, soprattutto sugli stanziamenti da destinare agli avvisi della formazione. Il rapporto della polizia giudiziaria, pubblicato in esclusiva da "Repubblica", rivela che l'organizzazione che fa capo a Genovese - per il quale è stato chiesto alla Camera l'arresto - è ancora influente nella attuale amministrazione. E fa i nomi dei dirigenti e dei funzionari rimasti in contatto con Lamacchia, uomo-chiave dell'inchiesta. Fra questi, il capo di gabinetto e il vice dell'assessore Nino Bartolotta, rispettivamente Anna Buttafuoco e Rino Beringheli". Lo riferisce riferisce Repubblica Palermo nell'edizione di oggi, a firma di Emanuele Lauria.



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