Danni da incendi in Sicilia: Irfis pubblica avviso da 2,9 milioni

Danni da incendi, Irfis pubblica avviso da 2,9 milioni. I n pubblicazione oggi da Irfis FinSicilia l’avviso pubblico per contributi straordinari per i danni causati dagli incendi della scorsa estate.   16/05/2024 - Si tratta di una misura da 2,9 milioni di euro destinata a quanti hanno subito danni al patrimonio immobiliare e mobiliare a seguito dell’ondata di calore e degli incendi che hanno interessato, a partire dal 23 luglio 2023, le province di Catania, Messina, Palermo e Trapani e per i quali è stata emanata una apposita ordinanza del capo della protezione civile (la 1078 del 13 marzo 2024). Grazie al decreto della Regione (n. 31/2024 del 9.4.2024), è stato costituito, mediante incremento del Fondo Sicilia, un plafond destinato alla concessione dei contributi d’importo pari a 2,9 milioni di euro. Irfis – FinSicilia S.p.A. è stata incaricata di gestire le relative agevolazioni. Per accedere al contributo è necessario, tra l’altro, essere proprietari dei beni e avere denunciato pri

SEQUESTRO DI BENI PER 40MLN A SCOPELLO, IN PROVINCIA DI TRAPANI

Antonino Palmeri, imprenditore di 65 anni, condannato nel '98 per associazione mafiosa e danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, appartenente alla cosca di Alcamo-Castellammare

Trapani, 24/03/2014 - La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato un complesso turistico sito in località Scopello, in provincia di Trapani, composto da 12 mini appartamenti indipendenti a schiera, una sala reception-bar, piscina, terrazze a dislivelli,
parcheggi, aiuole e spazi comuni per l'intrattenimento, del valore complessivo di circa 40 milioni di euro, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Trapani - Sezione Misure di Prevenzione.

Colpito dal provvedimento, Antonino Palmeri, imprenditore di 65 anni, originario di Castellammare del Golfo, condannato nel 1998 per associazione di stampo mafioso e danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, quale appartenente alla "cosca" di Alcamo/Castellammare.

Il sequestro segue altri due provvedimenti del genere emessi dal Tribunale di Trapani nei confronti dello stesso Antonino Palmeri, tra la fine del 2012 e gli inizi del 2013, riguardanti società ed attività di bar-pasticceria in Castellammare del Golfo, intestate ai familiari dell'imprenditore, a cui quest'ultimo avrebbe trasferito, solo formalmente, la titolarità, per un valore complessivo di circa 7 milioni di euro.

In particolare, le indagini economico - finanziarie eseguite dalle Fiamme Gialle avevano evidenziato che Antonino Palmeri, mediante cessioni di rami d'azienda e diversi cambi di gestione delle predette attività commerciali, i figli dell'imprenditore, pur in presenza di limitate capacità reddituali autonome, avevano negli anni realizzato diversi investimenti, finalizzati anche alla costruzione del complesso turistico ora in sequestro; il tutto però, mentre il genitore continuava ad esercitare di fatto il controllo sulle aziende, attraverso importanti atti di gestione dallo stesso realizzati, che hanno indotto gli investigatori della Guardia di Finanza e l'Autorità Giudiziaria a ritenerlo l'effettivo proprietario del patrimonio societario.

Dal precedente provvedimento di sequestro - che aveva, tra l'altro, colpito anche la società che gestiva il complesso turistico - erano rimaste escluse le strutture fisiche di quest'ultimo ed, in particolare, i fabbricati esistenti sui terreni, in quanto per questi non era stata acquisita prova certa della loro illegittima provenienza.

I successivi approfondimenti svolti dal Gruppo d'Investigazioni sulla Criminalità Organizzata - G.I.C.O. - del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo hanno però messo in luce una serie di irregolarità ed artifizi contabili, posti in essere da Antonino Palmeri al solo scopo di conseguire indebitamente i fondi pubblici previsti dalla legge n. 488 del 1992, per un ammontare superiore ai 2 milioni di euro, necessari per la costruzione dell'attività ricettiva.

Questo ha permesso al Tribunale di Trapani di decretare il sequestro dell'intero complesso residenziale, appunto perché realizzato con finanziamenti fraudolentemente ottenuti, sulla base di quanto previsto dalla normativa in materia di misure di prevenzione, che permette di aggredire, oltre ai proventi derivanti direttamente dai reati commessi, anche quei beni che sono generati da investimenti di natura illecita.


Commenti