In breve, alcune necessità infrastrutturali che non possono essere lasciate al lassismo politico. Collegamenti veloci e recupero del patrimonio artistico tra le priorità. Le imposte di produzione delle raffinerie di oli minerali devono andare nelle casse della Regione Siciliana
15/05/2014 - Attraverso una legge-voto, approvata dall’A.R.S. ed inviata per la ratifica al Parlamento Nazionale, è stata chiesta la modifica del’art.36 dello Statuto della Regione, per mezzo della quale si dovrebbero obbligare le raffinerie di oli minerali, che operano in Sicilia, a versare nelle casse della Regione, le imposte di produzione.
Le quali, secondo lo Statuto vigente, sono riservate allo Stato. Tale norma, se venisse approvata dal Parlamento Nazionale, consentirebbe un introito di svariati miliardi di euro per il depauperato bilancio siciliano. Ma significherebbe anche maggiore disponibilità economica per il rilancio dell’occupazione da parte dell’ente regionale: un’arma contro la devastante disoccupazione.
Con le suddette maggiori entrate si allontanerebbe la necessità di chiedere “contributi di solidarietà” allo Stato. Al quale, però, rimarrebbe l’obbligo di intervenire, con appositi e necessari finanziamenti, per la realizzazione delle grandi opere. Che sono tante! Va da se che non bisogna farsi sfuggire le opportunità di risorse, deliberate dalla Comunità Europea.
Ecco alcune necessità infrastrutturali.
Nel settore ferroviario, il raddoppio delle linee Palermo-Messina- Catania-Siracusa rimane la grande incompiuta; ma non dimentichiamo la linea Catania- Palermo e la velocizzazione della Agrigento-Palermo. Ed ancora, la Palermo-Trapani, oggi a “scartamento ridotto”.
Non si accenna nemmeno, nei programmi delle opere pubbliche, alla necessità di velocizzare il collegamento tra il sud-orientale della Sicilia al capoluogo di regione. Cioè, la via di comunicazione che, partendo da Modica, attraversi Ragusa -Vittoria- Gela per innestarsi al nodo autostradale e ferroviario di Caltanissetta. Oggi per raggiungere Palermo da Modica, con gli autobus di linea, occorrono da quattro a cinque ore, condizionate dal traffico automobilistico.
Altro campo in cui intervenire è quello del restauro del patrimonio artistico, punto di forza e di attrazione del turismo; una miniera d’oro, quest’ultimo, per l’economia isolana se l’intero settore fosse attenzionato come primario “canale industriale”.
Ci fermiamo qui, riproponendoci di tornare su altri argomenti che attengono al rilancio dell’economia regionale.
La “Sicilia… felicissima”, quella della lontana dominazione araba, che, nel bene e nel male, diede impulso all’agricoltura, a talune opere di ingegneria idraulica e civile, ma anche artistiche, sino a pervenire alla genialità del regno di Federico II e di alcuni re normanni, che privilegiarono l’arte e la cultura, quella Sicilia ‘, dicevamo, ha scritto l’illustre storia della Trinacria. Le successive presenze politiche, i regimi succedutisi hanno interrotto i … sogni del popolo siciliano.
Oggi, ma non solo adesso, la Sicilia è patologicamente invasa da forte litigiosità politica, devastata dall’ambizione del potere, da isole di corruttela, da privilegi concessi alle caste, dall’abisso reddituale tra ricchi e poveri. Tutto ciò si riversa sulle classi più deboli e sui senza lavoro. In parecchi intraprendono la strada dolorosa dell’emigrazione.
Onestà, impegno politico al servizio dei siciliani, crescita culturale e di educazione civica sono, tra l’altro, fondamentali valori per allontanare la piaga della presenza mafiosa, sempre attenta a lucrare sulla pelle della comunità.
Gaetano Zingales
Componente la Segreteria regionale del
Partito Socialista dei Siciliani
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