Concorso dirigenti scolastici: scelta la data del 23 maggio per precise esigenze tecniche e organizzative

Concorso per dirigenti scolastici del 23 maggio: precisazioni del Dipartimento per il sistema educativo d’istruzione e formazione Roma, 17 maggio 2024 -  Il Dipartimento per il sistema educativo d’istruzione e formazione del Mim chiarisce che la scelta di fissare in tutta Italia la fase preselettiva del concorso per dirigenti scolastici in data 23 maggio risponde a precise esigenze tecniche e organizzative legate, in particolar modo, alla disponibilità delle postazioni informatiche nelle scuole che sono sedi di svolgimento del concorso. Infatti, si sono dovute evitare le giornate del mese di maggio maggiormente impegnate dalle scuole per lo svolgimento delle prove INVALSI riferite alle classi terminali del primo e del secondo ciclo di istruzione e alle classi campione.   Detta scelta, che attiene alle autonome determinazioni della dirigenza preposta, non interferisce con la giornata di commemorazione del giudice Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e degli agenti di scorta assassina

EUROPA: UNA MISCELA IN CUI GLI UMORI NON SI SONO FUSI PER MANCANZA DI QUALSIASI FIAMMA

Una vena di destra corre da sempre nella cultura europea. Sarà utile guardare da vicino non solo il sabotaggio dei media ma la sconsiderata gestione della Lista Tsipras, malgrado l’intelligenza del suo leader. Oggi l’Europa è una miscela in cui gli umori restano quelli che erano e non si sono affatto rielaborati e tantomeno fusi in un crogiolo per mancanza di qualsiasi fiamma
01/06/2014 - Non è il meno interessante dei segnali quello che ci mandano le ultime elezioni,vistosamente segnate anzitutto dal rifiuto di votare: è la tendenza all’interpretazione casalinga che viene loro data dalla Francia che si è scoperta di colpo per il 40 per cento di destra e dall’Italia esultante per la vittoria di Renzi.
È visibile a occhio nudo che il voto francese significa un furioso “no” a Francois Hollande per aver disatteso le sue stesse promesse più che l’adesione a Marine Le Pen mentre la soddisfazione italiana implica una vistosa perversione del senso delle parole “sinistra “e “riformismo”.
Del resto valgono i numeri: il parlamento europeo, che doveva essere prodigiosamente rinnovato o almeno pareggiare fra socialisti e conservatori, si è spostato a destra e resterà incollato più che mai alla linea di questi ultimi anni, garante il Ppe; mentre il nostro vittorioso Pd ha raccolto il 40 per cento perché svuotato di qualsiasi contenuto sociale progressista. La disinvoltura con la quale il paese ha digerito quell’inno al precariato che è il Job Act e sembra accettare la liquidazione di una delle Camere, perdipiù da parte di un leader che insolentisce i soli veri difensori della Costituzione, è eloquente. Insomma il parlamento europeo resta agganciato più che mai al Centrodestra, appoggiato in varia misura da spunti di destra eversiva in guisa di guardia pretoriana o di spaventapasseri.

Questo non toglie che il fenomeno sia preoccupante e vada attentamente esaminato nelle sue diverse versioni, come la violenza verbale tipica di Grillo oppure dove ha vaste radici nel Novecento e dove non le ha, come in Gran Bretagna e in Francia.

È vero che la Francia lo ha più nascosto che esorcizzato, con il lungo silenzio che ha coperto la assai larga adesione a Petain, eroe di Verdun, onesto vegliardo cui dare le “bon Dieu sans confession”; ma anche fervente collaborazionista e antisemita nella seconda guerra mondiale osannato fino all’ultimo dalle folle. Come va analizzato senza complimenti lo spuntare di minoranze, o in Ungheria addirittura di maggioranze, neo naziste in paesi già di “socialismo reale”. Una vena di destra corre da sempre nella cultura europea, pronta a presentarsi in vesti anti borghesi. Ugualmente sarà utile guardare da vicino non solo il sabotaggio dei media ma la sconsiderata gestione della Lista Tsipras, malgrado l’intelligenza e generosità del suo leader. Il vero vantaggio delle elezioni a sistema proporzionale e perdipiù apparentemente lontane dal diventare effettive il giorno dopo, sta nel disvelamento delle viscere dell’elettore. Sì, oggi come oggi, l’Europa è questa, una miscela in cui gli umori restano quelli che erano e non si sono affatto rielaborati e tantomeno fusi in un crogiolo per mancanza di qualsiasi fiamma.

http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/L-Europa-di-oggi-24690


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