Ponte sullo Stretto, De Luca a Germanà: smentiteci se avete gli elementi per farlo

Ponte sullo Stretto: C. De Luca a Germana': smentiteci se avete gli elementi per farlo. A questa truffa di Stato diciamo NO e siamo pronti a reagire per difendere la Sicilia e i siciliani.  Messina, 26/04/2024 - "È chiaro che il buon Ninitto Germana' ancora una volta non ha capito cosa sta accadendo. Poco male, ancora una volta proviamo a spiegarglielo magari gli facciamo un disegnino così gli viene più facile. Rispetto alle considerazioni sulla partecipazione ai nostri eventi neanche rispondiamo... Per noi parlano le immagini che mostrano il popolo libero. Abbiamo denunciato ieri sera a Torre Faro la truffa di Stato che il buon Matteo Verdini sta mettendo in atto ai danni della Sicilia e dei Siciliani. Germana' se ne ha gli elementi risponda nel merito delle verità che ieri sera abbiamo portato a conoscenza della città.  Inutile tentare di sviare il discorso. Germana' e Salvini scendano in piazza a smentirci. Qualcosa mi dice però che questo non avverrà perché abb

AUTOSTRADE SICILIANE, 8 ARRESTI PER CORRUZIONE E APPALTI TRUCCATI DA MESSINA A MILANO

Fino a questo momento sarebbero 10 le persone coinvolte nell'operazione coordinata dal procuratore di Messina Guido Lo Forte e dall'aggiunto Sebastiano Ardita, 8 gli arresti per corruzione. Nella maxi operazione della Dia di Catania gli appalti del CAS, Consorzio Autostrade Siciliane. Funzionari del Cas e imprenditori tra le persone coinvolte e arrestate. Le accuse: turbativa d'asta, induzione a dare o promettere utilità e istigazione alla corruzione. 80 gli agenti e funzionari della Dia impegnati nell'operazione. Tra le persone agli arresti domiciliari vi sono: Francesco Duca, Ettore Filippi, Letterio Frisone, Giacomo Giordano, Antonino Giordano, Giuseppe Iacolino, Filadelfio Scorza, Rossella Venuto

Messina, 18/11/2014 - E' in corso tra Messina, Milano e Roma una maxi operazione anticorruzione con vari arresti e il sequestro di oltre 100mila euro da parte della Dia di Catania per stroncare un sistema perverso e criminale riguardante gli appalti del Consorzio Autostrade Siciliane, con alcuni funzionari del CAS coinvolti e una sfilza di imprenditori arrestati con l'accusa di turbativa d'asta, induzione a dare o promettere utilità e istigazione alla corruzione. Gli arrestati sono 8, tutti agli arresti domiciliari.

L'inchiesta è coordinata dal dott. Guido Lo Forte, Procuratore capo di Messina, e dall'aggiunto Sebastiano Ardita, mentre le indagini sono condotte dalla Dia di Catania, da Renato Panvino e dal colonnello Letterio Romeo. 80 agenti e funzionari della Dia sono tutt'ora in azione per dare esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare ed alle perquisizioni domiciliari degli indagati.

E’ la Procura di Messina ad avere avviato le indagini che hanno portato agli arresti ed ai sequestri che ora promettono sviluppi clamorosi ed hanno scoperchiato un vero e proprio sistema corruttivo, che vede coinvolti fino al collo funzionari del Consorzio Autostrade Siciliane e imprenditori ben conosciuti negli ambienti degli appalti pubblici, i quali avrebbero manipolato “a tavolino” i lavori sulle autostrade siciliane gestite dal Cas: Catania-Messina, Palermo-Messina e Noto-Rosolini, per gli appalti per la costruzione e la manutenzione.

L'inchiesta della Dia, tuttavia, non si ferma alle province di Messina e di Catania, nè alla Sicilia, ma si allarga alla Lombardia e a Roma, dove hanno sede alcune imprese appaltatrici di lavori eseguiti per la costruzione o la manutenzione. Tra gli arrestati personaggi eccellenti dell'imprenditoria e funzionari del Consorzio Autostrade Siciliane, personaggi vicini agli ambienti della politica.
Tra le persone arrestate (arresti domiciliari) vi sono:
Francesco Duca di 47 anni;
Ettore Filippi di 72 anni;
Letterio Frisone di 61 anni;
Giacomo Giordano di 43 anni;
Antonino Giordano di 46 anni;
Giuseppe Iacolino di 32 anni
Filadelfio Scorza, 55 anni
Rossella Venuto di 43 anni
          Interdetti dall’attività imprenditoriale per 2 mesi Antonio Chillè di 53 anni e Andrea                   Valentini di 54 anni. Sequestro preventivo dei beni per Letterio Frisone, per un massimo             di 100 mila euro.

I dettagli dell'inchiesta, che promettono clamorose rivelazioni e nomi, sono stati resi noti questa mattina nel corso di una conferenza stampa convocata presso il Tribunale di Messina, mentre sono ancora in corso le perquisizioni che potrebbero dare luogo a clamorosi sviluppi.

L'indagine che ha portato agli arresti riguardano lavori effettuati nel maggio 2013 sulle autostrade Messina-Catania, Messina -Palermo e Siracusa-Rosolini, per l'aggiudicazione dei quuali sarebbe stata truccata la gara di appalto con responsabilità di Letterio Frisone, dirigente del Consorzio Autostrade e degli imprenditori Francesco Duca, Giuseppe Iacolino, Rossella Venuto, Chillè, fratelli Giordano e Andrea Valentini. Secondo gli inquirenti i responsabili avrebbero truccato la gara mettendosi d'accordo sulle percentuali di ribasso. Letterio Frisone sarebbe stato ricompensato con 100 mila euro in contanti, spesi per ristrutturare una casa ad Acqualadroni (Messina).

L’episodio risale al 9 maggio 2013 quando l’appalto, da 8 milioni di euro, fu bandito con somma urgenza dopo essere stato revocato. L’inchiesta è nata a seguito di controlli disposti dalla Procura di Messina sulla gestione della Tecnogest, riconducibile ad Antonino Giordano, chiarata fallita dal pm. C’è anche il rifiuto di una tangente negli atti dell’inchiesta “Tekno” della Procura di Messina sul Consorzio autostrade siciliane.

La dazione sarebbe avvenuta da parte di Giacomo Giordano, che è stato posto agli arresti domiciliari dalla Dia di Catania, nei confronti di un dirigente della Aeroporti di Roma (Adr) che era preposto alla gestione dell’appalto di pulizia nello scalo “Leonardo da Vinci” di Fiumicino svolto da una società riconducibile all’imprenditore, la Meridional service.

Per ottenere eventuali riduzioni sulle penali contrattualmente previste in caso di inadempimenti nella prestazione del servizio, Giordano avrebbe lasciato una busta con buoni carburanti per 500 euro. Il funzionario dell’Adr non soltanto ha rifiutato la tangente ma ha provveduto ad informare superiori e collaboratori dell’accaduto e a restituire successivamente la busta. Il reato ipotizzato dalla Procura di Messina è di istigazione alla corruzione.

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