Ponte sullo Stretto: accuse incrociate, solidarietà ai messinesi e polemiche

" Prima Messina o prima Cateno?”.  Il sindaco Basile esce allo scoperto sul ponte dopo mesi di tentennamenti e di “vorrei ma non posso” e immediatamente arriva la risposta del capogruppo di Prima l'Italia Giuseppe Villari. Messina, 22 aprile 2024 -  “ Prima Messina o prima Cateno?”. A chiederlo è il consigliere del Gruppo Misto Cosimo Oteri, dopo l'ennesimo voltafaccia di Cateno De Luca, che questa volta ha trascinato con sé, non si sa quanto  obtorto collo , anche il sindaco di Messina e suo successore a Palazzo Zanca Federico Basile.  “ La necessità di tutelare il territorio messinese -spiega Oteri- passa anche attraverso la realizzazione del ponte sullo Stretto, come peraltro in passato sia De Luca che Basile hanno ribadito più e più volte, facendone uno dei cavalli di battaglia delle campagne elettorali del 2018 e del 2022. Basile, che ha una laurea in economia e commercio, sostiene che più legge e studia il progetto e meno è convinto della bontà dello stesso. Su quali

CHIEDEVANO IL PIZZO A DUE IMPRENDITORI DI PATTI A BROLO: 3 ARRESTI

L’indagine ha tratto spunto dall’arresto di Saverio Giuseppe Baratta operato dai Carabinieri della Compagnia di Patti qualche tempo prima per il reato di tentata estorsione commesso a Brolo ai danni di un’impresa edile. Baratta e Coletta erano già coinvolti in alcune operazioni antimafia condotte dai Carabinieri nei confronti di clan tortoriciani nelle operazioni “Romanza” e “Icaro”. Una serie di reati estorsivi posti in essere ai danni di imprenditori e commercianti di Patti a Brolo.

Messina, 25 febbraio 2017 - I Carabinieri della Compagnia di Patti, in attuazione di ordini di esecuzione per la carcerazione, emessi dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso la Corte D’Appello di Messina, nella tarda serata di ieri hanno tratto in arresto BARATTA Saverio Giuseppe, cl.1970, di Brolo, COLETTA Marcello, cl.1978, di Gioiosa Marea e PAPA Francesco, cl.1976, di Piraino, tutti e tre pluripregiudicati. I tre sono stati condannati per aver commesso estorsioni, in concorso tra loro, aggravate dal metodo mafioso, effettuate tra il 2003 e il 2006 nei confronti di alcuni imprenditori dell'area dei Nebrodi. Il COLETTA è stato rintracciato dai militari dell’Arma presso la propria abitazione, mentre BARATTA e PAPA, che si trovavano dapprima ricoverati presso il Reparto di Psichiatria dell’Ospedale Barone-Romeo di Patti, sono stati dimessi dall’Ospedale e immediatamente arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Patti.

I provvedimenti eseguiti sono frutto di un’attività investigativa iniziata nel 2005 e condotta da Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Patti e della Stazione di Gioiosa Marea, proseguita fino al 2006 con pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, che ha permesso di accertare come i tre arrestati avessero preso di mira i titolari di due imprese di costruzioni edili di Patti e Brolo. Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno accertato che Baratta, Coletta e Papa, in concorso tra loro, con violenza e minaccia, avrebbero costretto un imprenditore edile impegnato nell’ambito dei lavori di rifacimento tra Gioiosa Marea e Brolo, a versare circa 2000 euro. Secondo gli investigatori i tre avrebbero anche cercato di intimidire la vittima proclamando la loro presunta appartenenza a un clan mafioso.

L’indagine ha tratto spunto dall’arresto di Saverio Giuseppe Baratta operato dai Carabinieri della Compagnia di Patti qualche tempo prima per il reato di tentata estorsione commesso a Brolo ai danni di un’impresa edile. Baratta e Coletta erano già coinvolti in alcune operazioni antimafia condotte dai Carabinieri nei confronti di clan tortoriciani nelle operazioni “Romanza” e “Icaro”, in quanto ritenuti organici al gruppo criminale e autori di una serie di reati estorsivi posti in essere ai danni di imprenditori e commercianti operanti nella fascia della Sicilia tirrenica da Patti a Brolo.

L’attività investigativa condotta dai Carabinieri della Compagnia di Patti, diretti all’epoca dell’indagine dalla Procura Distrettuale Antimafia di Messina, faceva emergere come , nonostante la carcerazione e le prescrizioni imposte dalle misure di prevenzione cui erano stati sottoposti, una volta liberi Baratta e Coletta avrebbero immediatamente ripreso a delinquere, con il concorso di Francesco Papa. Una volta contattato l’imprenditore di turno, i tre avanzavano subito richieste estorsive cospicue, che dinanzi alle difficoltà di pagamento mostrate dalla vittima, tendevano poi ad abbassarsi di livello.

Nel corso dell’indagine, sarebbe anche emersa la procedura della falsa fatturazione effettuata dall’estorsore per far risultare l’erogazione di prestazioni, mai eseguite, a favore della vittima, a copertura delle somme illecitamente acquisite. I tre arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati tradotti presso la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto dove dovranno espiare rispettivamente: BARATTA Saverio Giuseppe 5 anni e 6 mesi di reclusione, COLETTA Marcello 5 anni e 4 mesi di reclusione e PAPA Francesco 3 anni e 6 mesi di reclusione.

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